Isolamento internazionale, crollo dei mercati, spread alle stelle, democrazia in pericolo, recessione economica. La lista dei danni che il governo Meloni non ha fatto, ma che da sinistra erano stati dati per certi in caso di vittoria del centrodestra nel 2022, è lunga. E anche abbastanza spaventosa. Quel che gli avversari del centrodestra vedevano all'orizzonte era un paese nel caos, sfiduciato dall'Europa e dai mercati, una deriva autoritaria che avrebbe portato l'Italia fuori dal consesso atlantico riavvicinandola a Putin. Un quadro inquietante - servito (a poco) in campagna elettorale -, una tempesta perfetta che ha un unico difetto: non si è mai verificata. «Se vince la destra ci manda in bancarotta» il monito di Enrico Letta, allora segretario del Pd, prima del voto.
«Con la destra al governo, l'Italia rischia l'isolamento in Europa e il default», assicurava Lorenzo Guerini, ministro della Difesa ed esponente del Pd. «È chiaro che Meloni non ha dimestichezza con le relazioni internazionali» scriveva i leader di Azione, Carlo Calenda. «All'estero l'ostentata matrice missina di Fratelli d'Italia renderà impossibile avere normali relazioni con i partner internazionali. Il rischio non è il fascismo in Italia, ma l'isolamento. Un dramma per un Paese che vive di Made in Italy e di sostegno finanziario Ue». Prodi: «Con la vittoria della destra a rischio democrazia e Costituzione». Disastri e cataclismi e un nuovo medioevo alle porte. Peccato che nel primo anno di esecutivo le cose siano andate diversamente, anzi all'opposto. Le «gufate» economiche sono state tutte sbagliate.
A partire dallo spread, un'arma utile per far fuori governi sgraditi come accadde nel 2011 per l'esecutivo Berlusconi. Però l'andamento del differenziale Btp/Bund per tutto il primo anno di governo Meloni è andato nel verso contrario a quello previsto a sinistra. Il 26 settembre, giorno dopo le elezioni, lo spread segnava 242 punti. Oggi, 178, con un calo complessivo di circa il 25%. Sullo spread la Meloni ha fatto molto meglio del governo Draghi, partito con uno spread di 91 e arrivato alla fine, con le dimissioni dell'ex presidente della Bce, ben sopra i 200 punti.
Anche la previsione che la Meloni a Palazzo Chigi avrebbe «spaventato i mercati» si è rivelata una bufala. Negli ultimi dodici mesi Piazza Affari ha segnato una ragguardevole crescita di circa il 31%. Un segnale di fiducia nel Paese, anche in virtù di una solida maggioranza parlamentare, che per gli investitori significa stabilità. L'eliminazione del reddito di cittadinanza avrebbe scatenato una «bomba sociale», anche questo è stato detto (dal M5s in particolare), e anche questo non si è verificato. Anche perchè la maggioranza degli ex-Rdc continuerà ad essere sostenuta con l'Assegno di inclusione, mentre gli altri sono incentivati a rimettersi in moto (ma con il lavoro, non con la tesserina gialla ricaricata dall'Inps). Anche i dati sul Pil hanno smentito le cassandre secondo cui un governo Meloni avrebbe spalancato le porte ad una crisi economica.
Sul fronte internazionale le cantonate sono molteplici e fragorose. A partire dalla profezia del Pd, seocndo cui la vittoria del centrodestra sarebbe stata «un regalo a Putin». Al contrario, il governo Meloni ha proseguito senza il minimo tentennamento (cosa che invece accade nel Pd di Elly Schlein) sul sostegno a Kiev. L'isolamento internazionale? Il tour nelle cancellerie è culminato nell'abbraccio alla Casa Bianca con Joe Biden che l'ha definita «un'amica», spiazzando chi sperava in un flop diplomatico.
In Europa, poi, l'Italia ha dettato l'agenda sul tema migranti, mettendo al centro la questione dei paesi di partenza e gli accordi con la Tunisia, con il coinvolgimento diretto della commissione Ue. E il «fallimento del Pnrr»? Bruxelles proprio l'altro giorno ha detto che l'Italia «finora ha rispettato il calendario del piano». L'ennesima catastrofe che il governo non ha portato a termine nei primi cento giorni.
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