Ma che fine hanno fatto quelle borse di studio "promesse" da Cottarelli?

L'economista ha fondato nel 2017 l'Osservatorio dei conti pubblici italiani, in collaborazione con l'Università Cattolica di Milano

Ma che fine hanno fatto quelle borse di studio "promesse" da Cottarelli?

Tra spending review e i 6.500 euro per ogni ospitata da Fabio Fazio. Carlo Cottarelli rimane personaggio chiacchierato in questa fase della vita politica italiana. L'"ex" premier per una notte – chiamato al colle da Sergio Mattarella – continua a puntare il dito contro le ricette economiche del governo gialloverde. Ma c’è qualcosa che l'ormai ospite fisso di Che tempo che fa deve spiegare e che ha a che fare con l’Osservatorio dei conti pubblici italiani che lui stesso ha fondato nel 2017 con la collaborazione dell’Università Cattolica di Milano e il suo rettore.

"È stata una mia idea. Ho tratto ispirazione da centri di ricerca che svolgono più o meno la stessa attività, come l' americano Committee for a responsible federal budget e il britannico Institute for fiscal studies. Ritenevo che in Italia mancasse qualcuno che monitorasse i conti pubblici e promuovesse la trasparenza" racconta a La Verità.

A passare ai raggi X l’ente e ha scambiare due parole con l’economista ci ha pensato proprio La Verità, che ha trovato "diversi punti da chiarire", vista "la riservatezza che circonda questa struttura". La sede dell’Osservatorio Cpi è uno spartano seminterrato in via San Vittore: insomma, austerità vera.

Però c’è qualcosa di non chiaro che ha a che fare con i finanziamenti all’Osservatorio e il compenso percepito da Mr Forbici per parlare alla scrivania della trasmissione di Rai Tre: il lauto cachet (non pagato dalla Rai, ma dalla società che produce il format) sarebbe andato alle casse dell’Osservatorio. Nonostante poi la società Officina (di Fazio e Magnolia) specificò che la presenza in studio del professore sarebbe stata senza benefici economici e che l’intero compenso sarebbe stato destinato all’istituzione di borse di studio.

Peccato che, come scrive sempre La Verità, quelle borse di studio non esistono, almeno per il momento. Visto che i concorsi devono essere ancora banditi (spiega l’ufficio stampa dell’ateneo meneghino). Cosa che, peraltro, ha confermato il diretto interessato in un'intervista rilasciata ai due giornalisti che si sono occupati del caso.

L'Osservatorio Cpi di Cottarelli

Poi, appunto, il capitolo finanziamenti. Ci sono undici finanziatori esterni, nove dei quali si impegnano a versare circa 15mila euro l'anno. Soldi che servono a pagare i (cinque) collaboratori attuali ell’ente. "Ma nonostante l'imperativo del rigore nei conti e nonostante la nostre ripetute richieste, né l'Ufficio stampa dell' ateneo, né lo stesso Osservatorio hanno fornito alla Verità un bilancio dettagliato con le entrate e le uscite" scrivono Grizzuti e Rico, specificando comunque come l’Osservatorio "non avendo personalità giuridica, non è obbligato a stilare un bilancio e i finanziatori non sono obbligati a rivelare l' ammontare degli stanziamenti". Però, ecco, è comunque un deficit di trasparenza.

Carlo Cottarelli, come si può leggere nell'intervista, dice di non sapere chi provveda a stilare il bilancio dell’Osservatorio Cpi: "Esattamente nemmeno io so come la cosa funzioni contabilmente. C' è qualcuno che tiene conto delle nostre entrate e delle nostre spese. Credo sia la contabilità centrale dell'Università".

Al momento i clienti della realtà di via San Vittore sono due: "Uno è la produzione della trasmissione di Fabio Fazio, Che tempo che fa. L' altro è una società (di cui non fa il nome, ndr) che ci ha chiesto di preparare delle dispense per i loro dipendenti con nozioni di finanza pubblica".

Infine, il nodo delle borse di studio: "A settembre, quando è stato stipulato il contratto con la produzione, ho pensato che, dal momento che uso il personale dell'Osservatorio per produrre le ricerche che presento in tv, era giusto usare il cachet per la loro retribuzione", riferendosi però, dunque,

a quella dei ricercatori, che Cottarelli mira ad ampliare di numero: "Io subito ho detto che quei soldi andavano usati per i ricercatori […] Ne prenderemo di nuovi, due o tre". Ma le borse di studio, allora?

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