È uscito dalla navicella che l'ha riportato sulla Terra sorridendo. «Che viaggio!», ha gridato Luca Parmitano nella radio durante la discesa. Accanto a lui il suo compagno di viaggio russo Alexander Skvortsov si è mangiato una mela, ancora seduto nella poltrona della Soyuz MS-13. La terza della comitiva, la statunitense Christina Koch, ha alzato i pollici in segno di vittoria per il suo record di donna rimasta per più tempo in assoluto nello spazio (328 giorni). Piccoli gesti che segnano il ritorno alla normalità dei tre astronauti che ieri mattina, alle 10.12 ora italiana, hanno toccato il suolo terrestre nelle steppe innevate del Kazakhstan dopo un viaggio cominciato sulla Stazione spaziale internazionale (Iss).
I tre hanno di che essere soddisfatti. Koch ha battuto il primato precedentemente appartenuto a un'altra americana, Peggy Whitson, che in orbita ci era rimasta «solo» 288 giorni di fila. Ma è Parmitano a portare a casa il bottino più ricco. Primo italiano al comando della Iss, e terzo europeo, è l'astronauta dell'Agenzia spaziale europea che ha trascorso più tempo fuori dalla Stazione, accumulando un totale di 33 ore e 9 minuti di passeggiata spaziale. Lo ha fatto durante uno degli oltre 50 esperimenti europei (e altri 200 internazionali) portati a termine durante la sua permanenza nello spazio: il cosiddetto Analog-1, in cui aveva il compito di guidare e comandare direttamente dall'orbita un rover sulla Terra, precisamente nei Paesi Bassi, per dimostrare che anche da lì gli equipaggi possono guidare robot per future missioni sulla Luna e su Marte. Ma da lassù l'astronauta 43enne, originario del Catanese, ha trovato anche il tempo di spendersi per questioni tutte «terrene». A dicembre ha parlato ai leader del mondo riuniti alla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Cop 25: Parmitano si è collegato con Madrid per ricordare ai capi di Stato e di governo che «il nostro pianeta è incredibilmente bello ma anche fragile» e che dallo spazio si vedono in modo tristemente nitido «gli effetti terribili dei cambiamenti climatici», spronando i presenti a guardare più avanti delle prossime elezioni. Pochi giorni prima si era collegato anche con Stoccolma, per parlare con i vincitori dei premi Nobel Didier Queloz e Michel Mayor, autori della prima scoperta di un esopianeta, e Stanley Whittingham, inventore delle batterie al litio. Ma «Astro Luca», per chiamarlo con il suo nickname di Twitter, si è concesso anche qualche momento di svago e di divulgazione via social network, condividendo le immagini dell'Italia (e non solo) vista dallo spazio, dalla catena delle Alpi all'Etna, dai laghi del Nord Italia al Gran Sasso. Fino a lanciarsi nel primo dj set «spaziale», mettendo musica direttamente dalla Iss al World Club Dome di Ibiza, perché la musica, insieme alla matematica, è l'unico linguaggio comune «che permette a tutti di comunicare».
La prima sfida per lui, ora che è tornato sulla Terra, sarà quella di riacclimatarsi al nostro pianeta, dopo 201 giorni, cioè più di 6 mesi, trascorsi in orbita. Subito dopo l'atterraggio lui, Skvortsov e Koch sono stati sottoposti ai primi controlli medici e alla misurazione della pressione. Dopodiché l'astronauta italiano è stato subito trasferito nella struttura dell'Esa a Colonia, in Germania, dove continuerà a essere monitorato dagli esperti del team di medicina spaziale dell'Agenzia. Gradualmente dovrà riabituarsi alla gravità terrestre. Forse domani, durante la conferenza stampa prevista al Centro addestramento astronauti della città tedesca, racconterà qualcosa in più sul suo ultimo semestre spaziale. Con il suo rientro si è conclusa la missione europea Beyond, cominciata lo scorso 20 luglio quando Parmitano decollò a bordo della stessa Soyuz MS-13 che ieri l'ha riportato indietro.
Ciò non significa però che la sua agenda ora sarà meno fitta: l'astronauta sarà impegnato in una serie di nuovi esperimenti relativi alla sua esperienza appena trascorsa sulla Stazione. Per dirla con un suo tweet recente: «Il rientro è il primo passo della prossima avventura».
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