Quarantacinque anni, professione avvocato. Dentro al Movimento 5 Stelle era soprannominato "Mr. preferenze". Ma Marcello De Vito, arrestato in queste ore dai Carabinieri, nell'ambito delle indagini della Procura di Roma sulla presunta corruzione attorno al progetto dello stadio della Roma, non era un uomo qualunque all'interno del movimento.
Primo candidato sindaco per i pentastellati nella capitale, nel 2013 sfidò Ignazio Marino, Gianni Alemanno e Alfio Marchini, arrivando terzo, con il 12,4% dei voti. Seguirono due anni e mezzo alla guida dell'opposizione, in Campidoglio, contro la giunta di centrosinistra. Alla caduta di Marino scelse di ricandidarsi alle primarie del M5S, ma venne superato, in termini numerici, da Virginia Raggi.
Quell'epiteto, "Mr. preferenze", arrivò nel 2016. I 6.500 voti a suo favore, un vero successo personale, lo spinsero alla presidenza dell'Assemblea Capitolina.
Da sempre vicino all'ala più ortodossa dei pentastellati, quella che nel Lazio vede tra i suoi riferimenti la capogruppo in Consiglio regionale Roberta Lombardi, De Vito, nel tempo, ha espresso qualche perplessità riguardo alcune scelte di Raggi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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