Ma chi nega l'emergenza vive altrove

Ci sono tante città in una città. Anche a Milano, soprattutto a Milano

Ma chi nega l'emergenza vive altrove

Ci sono tante città in una città. Anche a Milano, soprattutto a Milano. Posti poco «fashion», dove l'Europa è lontanissima, dove non si vive «fighi» e spensierati o preoccupati solo, come aveva detto scherzando ma neanche tanto qualche tempo fa Ornella Vanoni, di quale taglio di prosciutto crudo scegliere da Peck o in qualche altra gastronomia d'autore. Una città dove in pieno pomeriggio, a pochi metri dalla Stazione Centrale, la porta che accoglie turisti e pendolari, la vita può girare all'improvviso perché basta una rapina, una coltellata a fartela girare. Ieri pomeriggio a fare i conti con uno straniero ubriaco che ha cercato di rapinare due donne che, tranquille, camminavano su un marciapiede sono stati tre coraggiosi passanti che hanno cercato di difenderle. È finita malissimo per tutti, in particolare per un 68enne che ora è ricoverato in gravi condizioni in ospedale ma che, fortunatamente, se la caverà. E questa è l'altra città. Dalla Stazione Centrale alle periferie, dai quartieri dimenticati alle file di poveracci per un pasto quotidiano, ai boschetti della droga c'è (esiste) la Milano che non si racconta tanto volentieri. Perché, come va di moda dire oggi, la «narrazione» è quella di una «city» sempre più patinata, sostenibile, sempre più «green» e «Smart» modello vincente e piacente patria dei diritti civili e di tutte le battaglia d'avanguardia. Poi però, in un tranquillo pomeriggio di quasi primavera, ci si accorge che molte piazze sono piene di cocci di bottiglia, che ci sono un sacco di poveracci che dormono dove capita, che girano parecchi ubriachi, che i tranvieri che chiedono il biglietto ai «portoghesi» vengono presi a pugni, che c'è chi sopravvive, chi vive ai margini, chi rapina e chi accoltella. Non esiste e mai esisterà una grande città dove tutto ciò non accade.

È nella natura delle cose ma è importante rendersene conto. Ammetterlo. A Milano esiste un problema di sicurezza. Esiste da sempre ma la sinistra fa sempre tanta fatica a parlarne. È un po' come se vivesse in un'altra città. O forse in un altro mondo.

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