Chiavari, l'uomo di cui si invaghì la killer: "Così dopo 25 anni rivivo l'omicidio di Nada"

Il commercialista e la vittima: "Una telefonata inquietante dopo il delitto"

Chiavari, l'uomo di cui si invaghì la killer: "Così dopo 25 anni rivivo l'omicidio di Nada"

Genova. «La prendo come un disegno del fato, ritrovarsi catapultati in una vicenda come questa apparentemente inspiegabile. Apparentemente perché, se c'è una spiegazione a quello che è accaduto, io in questi anni non l'ho mai trovata».

Marco Soracco oggi ha 58 anni: solleva il telefono dello studio di Chiavari e con la voce calma ripercorre i 25 anni che lo separano da quello che ricorda come «un incubo che riaffiora». Un incubo che ha un inizio preciso nella mattina del 6 maggio 1996, quando da giovane commercialista entrando in ufficio trovò a terra in un lago di sangue il corpo esanime della sua segretaria. Nada Cella, 25 anni, se ne andrà poche ore dopo in ospedale nonostante i tentativi di salvarle la vita, una morte alla quale non si riuscirà a dare una spiegazione, in quello che sembrava destinato a rimanere un caso irrisolto, un omicidio senza colpevole, di cui ancora oggi non si conosce con certezza neppure l'arma utilizzata. Fino ad oggi, o almeno fino a due giorni fa, con l'arrivo di 3 avvisi di garanzia che riaprono una nuova inchiesta guidata dalla procura di Genova. Il primo, per omicidio volontario, è stato notificato ad una ex insegnante, Annalucia Cecere, oggi 53enne. Gli altri due sono scattati nei confronti dello stesso Soracco e dell'anziana madre, per false dichiarazioni rese ai pm.

L'indagine è ripartita mesi fa, dietro la svolta il lavoro della criminologa Antonella Pesce Delfino, che ha ripreso in mano le carte del caso ristudiando tutto dall'inizio, dedicandogli 3 anni di lavoro. «Ho collaborato con lei - racconta Soracco - cercando di fornire dati necessari. Forse all'epoca era stato tralasciato l'approfondimento di alcuni elementi acquisiti: di questo ancora oggi mi chiedo il perché».

Le indagini oggi sono in mano alla Squadra mobile di Genova coordinata dal procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto e dalla pm Gabriella Dotto. Nella nuova ipotesi degli inquirenti entra l'ex docente, che si sarebbe invaghita del commercialista e avrebbe ucciso la ragazza, mossa forse dalla gelosia.

«C'era una conoscenza solo superficiale - spiega Soracco - questa donna mi era stata presentata da un conoscente come persona che lui frequentava. Mi sembrava tranquilla, la incontravo per strada ogni tanto. Da dopo il delitto non l'ho mai più vista.

Solo 20 giorni dopo mi arrivò una sua telefonata, che mi lasciò interdetto, ma non ci fu nessun riferimento ai fatti». Cecere stessa, nei giorni dopo l'omicidio, fu oggetto di una perquisizione e quindi venne formalmente indagata, posizione poi archiviata perché la perquisizione non aveva portato a nulla.

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