
Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, interviene sul futuro della Chiesa cattolica, a pochi giorni dal Conclave a cui parteciperà. Lo stesso che eleggerà il successore di Papa Francesco.
Sua eminenza, lei ha detto che con il pontificato di Papa Francesco si è chiusa un'era. Quale era si aprirà adesso?
«Durante la magnifica omelia del cardinale Re di sabato, alla quale hanno partecipato centinaia di migliaia di fedeli, la gente ha applaudito quando sono stati menzionati i gesti e le azioni sociali e umanitarie di Papa Francesco. La grande partecipazione alla sua morte in tutto il mondo, anche da parte di comunità e organizzazioni non cristiane critiche nei confronti della Chiesa, ha dimostrato come Papa Francesco abbia saputo affermare e riconoscere l'autorità morale del papato per la pace e la consapevolezza dell'unità dell'intera famiglia delle nazioni. Non dobbiamo però dimenticare che Cristo ha fondato la Chiesa come sacramento della salvezza del mondo, affinché tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità per mezzo dell'unico mediatore tra Dio e gli uomini: Cristo Gesù».
Ci sono molte questioni dottrinali discusse: dalla comunione ai divorziati risposati alle aperture verso gli omosessuali, passando dal rapporto con le altre religioni, soprattutto con l'islam.
«In senso stretto, le questioni menzionate non sono aperte. Poiché l'insegnamento della Chiesa, che risulta dalla rivelazione di Dio fondata sulla sacra scrittura e sull'insegnamento continuo della Chiesa, è chiaro ed evidente. L'autorità magisteriale della Chiesa ha il dovere, in nome di Dio, di smascherare le ideologie atee che si fondano su una falsa immagine dell'umanità e di proteggere le persone dagli effetti devastanti di una falsa morale che ha nascosto il suo veleno in una veste dolce. Ma si tratta di aiutare pastoralmente e personalmente le persone con difficoltà esistenziali, come farebbe Gesù, il buon pastore, a trovare la buona strada che ci conduce alla salvezza in Dio. Il dialogo interreligioso è subordinato alla verità che viene da Dio e che gli uomini cercano, ma non relativizza la verità né la divide tra i singoli partner come pezzi di una torta».
In questi anni è stato paventato il rischio scisma. Questo è un problema persistente?
«Uno scisma è sempre un evento storico di enorme portata. Ma così come esiste una emigrazione interiore, esiste anche uno scisma interiore, un'emigrazione interiore o una protesta silenziosa. Il magistero ha il compito di confermare i fedeli nella fede rivelata e vincolante della Chiesa. Vanno evitate funzioni ideologiche sostitutive nei confronti dell'autentico insegnamento del Vangelo, fondato sulla sacra scrittura e sulla tradizione apostolica. Questo va evitato anche quando si presenta con il pretesto della modernizzazione, che in realtà è solo una falsificazione modernista della fede».
Il tema dell'accordo con la Cina sulle nomine dei vescovi sarà al centro del Conclave? Ne state parlando nelle Congregazioni?
«Non so se e chi solleverà questo tema. In ogni caso, la Chiesa non deve mai dipendere da un sistema ateo».
La Chiesa del futuro sarà contro il relativismo? O più una Chiesa modello Ong?
«Il problema oggi non è solo il relativismo ma la sua conseguenza, ossia il totalitarismo. La Chiesa è una fondazione di Dio e non un'organizzazione costruita dagli uomini secondo il loro capriccio».
Il futuro Papa potrebbe indire un nuovo concilio?
«Un concilio ecumenico ha il compito di esporre la fede della Chiesa e di interpretarla autenticamente. Molti temi attuali devono prima essere discussi dai teologi.
Un concilio deve prendere decisioni magisteriali sulle verità rivelate, ma non va confuso con un simposio scientifico generale, ad esempio sulle conseguenze dell'intelligenza artificiale o sulla visione del mondo secondo Newton ed Einstein. Un concilio ha autorità solo in riferimento alla rivelazione del disegno universale di salvezza di Dio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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