«La verità, vi prego, sull'amore». No, non è una poesia della Auden. Quando ci troviamo davanti agli studi sulle dinamiche complesse dei nostri comportamenti, non sappiamo cosa pensare. Se molte teorie ci spiegano il resto, pensiamo che l'amore non si possa spiegare. Non si sceglie chi amare, l'amore capita e basta. Le aspettative ci dicono che l'amore è qualcosa di misterioso, qualcosa che accade all'improvviso. Ma la scienza ci dice che il colpo di fulmine non esiste. Lafs (love at first sight), l'amore a prima vista sarebbe un'illusione. Spiegando il fenomeno dell'amore a prima vista, gli psicologi dell'Università di Groningen (in Olanda) hanno analizzato gli appuntamenti galanti di 200 studenti olandesi e tedeschi. Di appuntamenti ne hanno analizzati più di 500. E hanno constatato che non esiste il colpo di fulmine. Esiste solo una sorta di attrazione iniziale. Ma l'attrazione iniziale non è amore.
«Abbiamo studiato il Lafs empiricamente, valutando i sentimenti di amore al momento in cui i partecipanti allo studio hanno incontrato i potenziali partner per la prima volta». Le esperienze raccolte sono state misurate in base a tre parametri: l'intimità, la passione e l'impegno. Lo studio, pubblicato sulla Wiley Library, dice che l'amore a prima vista è un fenomeno comunemente noto, ma è stato a malapena studiato scientificamente. Gli psicologi dicono che il colpo di fulmine potrebbe anche «essere una confabulazione della memoria, interpretata dalle coppie per migliorare la loro relazione». Tuttavia, se proviamo a spiegare l'amore con la chimica, scopriamo sostanze interessanti: ossitocina, dopamina, serotonina. Secondo la ricerca universitaria di Dina Kudasheva, una biologa della Tomsk State University, la chimica dell'amore prevede anche un'altra molecola importante: la norepinefrina, rilasciata dai neuroni. Questa molecola stimola la produzione di adrenalina, che ci fa battere il nostro cuore e genera il sudore delle mani.
Se l'amore a prima vista è impossibile, la scienza può spiegare con delle molecole quello che proviamo quando ci avviciniamo a una persona e iniziamo piano, piano ad amarla. Perché la scienza spiega tutto con la chimica. I nostri feromoni, molecole invisibili, attirerebbero l'altro sesso. Sarebbero queste molecole a suggerirci di provare attrazione per una persona. Prodotte dalle nostre ghiandole, sarebbero dei messaggeri chimici.
La passione, invece, verrebbe scatenata da una sostanza: la feniletilammina. Simile all'anfetamina creerebbe dipendenza: la sua assenza causa crisi di astinenza. Per questo, quando siamo molto coinvolti, desideriamo ancora e ancora la presenza della persona che ci scatena questo turbinio. È come una droga. Ma l'azione della feniletilammina non si ferma qui: scatena anche il testosterone e la dopamina. Quando siamo felici, la dopamina rinforza la voglia di ripetere l'esperienza. È a causa della dopamina che il comportamento e la voglia di stare insieme a qualcuno persiste nel tempo. L'ossitocina, invece, ci permette di creare dei legami duraturi e stabili. Dove manca o dove è poca, si creano delle difficoltà nell'instaurare legami duraturi. Le endorfine, invece, ci offrono la sicurezza di un amore lungo anni. Senza il brivido iniziale della feniletilammina. Il cioccolato, si sa, fa innalzare i livelli della molecola che ci regala il buonumore: più cioccolato significa più serotonina. E allora mangiamo cioccolato per dimenticare.
Tanto, i ricercatori americani del Centre for Global Cardiometabolic Health della Brown University legittimano la scelta: il cacao, assunto in quantità modiche, aumenta il colesterolo buono. Ci guadagna la nostra salute. Insomma, se siamo disperati, niente viene per nuocere. Ma basta la chimica a spiegare l'amore?
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