"Domani chiudono gli ospedali psichiatrici giudiziari - tuona Matteo Salvini su Facebook- stiamo parlando di 700 'folli' pericolosi, internati per omicidi, violenze sessuali e aggressioni di ogni genere, 450 dei quali verranno 'ospitati' in nuove strutture, mentre più di 200 usciranno. Chi pensa alle famiglie, lasciate sole, e alle vittime, passate e future? Una scelta pazzesca, purtroppo siamo in tema".
Il leader del Carroccio non è l'unico a lamentarsi per la chiusura degli ospedali psichiatrici in Italia. Molti sostengono che la riforma è buona, ma comporta lunghi tempi di attuazione. Soprattutto perché molte regioni non sono ancora di fatto pronte alla sua entrata in vigore. Le Rems (Residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza detentiva) provvisorie aperte in molti dipartimenti non sarebbero del tutto conformi alla legge.
Di parere contrario il Ministero della Giustizia che invece punta il dito contro la regione Veneto, l'unica in Italia a non aver individuato una struttura temporanea e che, per questo, sarà commissariata."Quasi tutte le regioni hanno individuato e allestito" le Rems, strutture che sostituiranno gli Opg, ma nel caso della Regione Veneto, "in mancanza di strutture individuate", sarà necessario "procedere alla nomina di un Commissario straordinario". Lo rende noto il ministero della Giustizia. "Sotto il monitoraggio dell'Organismo di coordinamento istituito presso il Ministero della Salute quasi tutte le regioni hanno individuato e allestito le strutture che saranno disponibili entro il termine previsto: sono strutture definitive o in alcuni casi provvisorie, predisposte per garantire il rispetto della scadenza fissata dalla legge", dicono a Via Arenula.
Alcune regioni "completeranno tale percorso nelle prossime settimane: si tratta del Friuli Venezia Giulia, della Puglia, della Provincia autonoma di Trento e del Piemonte, che avrà la disponibilità di tali strutture solo fra qualche mese". Nel caso della Regione Veneto, "che in mancanza di strutture individuate non risulta in condizione di prestare l'assistenza alle persone sottoposte a misure di sicurezza detentiva, sarà necessario procedere alla nomina di un Commissario straordinario perché provveda in via sostitutiva a dare attuazione a quanto richiesto dalla legge. Per le altre regioni inadempienti eventuali commissariamenti si moduleranno in relazione alle concrete caratteristiche delle diverse realtà".
Come si vede nella tabella, pubblicata quattro giorni fa dal sito www.quotidianosanita.it, il Veneto è effettivamente l'unica regione che si è rifiutata di cercare una soluzione temporanea. Il motivo lo spiega l'assessore regionale alla sanità Luca Coletto (Lega Nord). "Per quanto ci riguarda, noi dobbiamo dare dignità a questi pazienti, ma dobbiamo dare anche sicurezza ai cittadini. Quindi mai e poi mai possiamo autorizzare una struttura che non rispetta i criteri dettati da Ministero di Giustizia, sino a quando una legge non li cambierà e non li declasserà. Va detto che un conto è un ospedale e un conto e un carcere. Per le Rems sono stati assorbiti i criteri ospedalieri. Vuol dire che nelle stanze deve essere presente l'ossigeno, l'impianto elettrico, il bagno. Basta pensare ad uno sciocco lavello di ceramica presente nelle nostre abitazioni. Se viene spaccato da un paziente diventa una lama. O la corrente elettrica, che non può essere a 220 volt, come nelle nostre case, ma a 12 volt; le prese devono essere protette, i vetri antisfondamento e così via. Se questi criteri non vengono declassati, come abbiamo proposto alla Conferenza Stato Regione, sono di fatto inapplicabili. Se con questi criteri i dirigenti della Regione Veneto avessero dovuto autorizzare una qualsiasi struttura, avrebbero dovuto dichiarare il falso. E se poi fosse successo qualcosa, chi se ne sarebbe dovuto assumere la responsabilità?".
L'assessore ha spiegato che il Veneto ha individuato nel 2013 il sito in cui realizzare le Rems (si tratta di un vecchio ospedale di proprietà della regione). "Il progetto è stato approvato dal Ministero nel 2014, e 15 giorni fa sono arrivati i finanziamenti. Per cui adesso si può partire con la gara d'appalto, l'assegnazione e tutto il resto della procedura".
I tempi tecnici necessari stimati da Coletto sono di 2, 3 anni: "Tempi tecnici di cui - spiega l'assessore - tutti erano a conoscenza".Ma se questa è la situazione in Veneto, come saranno messe le altre regioni di Italia? Una domanda a cui è difficile dare una risposta. Per il momento possiamo solo rifarci alle parole ufficiali del Ministero.
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