Certo, la guerra in Ucraina, le bombe atomiche a disposizione di un Putin insoddisfatto dell'andamento del conflitto fanno paura a tutti noi. Certo, il rischio di una guerra atomica è maggiore di quanto lo fosse un anno fa, lo sappiamo bene. Ma proprio per questo non c'era bisogno che venissero a dircelo gli studiosi addetti al Bollettino degli Scienziati Atomici.
Certo, anche gli scienziati hanno il diritto di giocare o, se preferite, di lanciare allarmi sulla possibilità di una catastrofe nucleare. È dal 1947 che spostano avanti e indietro le lancette dell'Orologio dell'Apocalisse, passando dai 7 minuti nel 1947 ai 17 minuti nel 1991 dopo la fine della Guerra Fredda, fino ai 90 secondi di oggi, sempre basandosi sul rischio della Bomba. Ma è un calcolo che andrebbe fatto più da esperti di relazioni internazionali, politologi, generali addetti alle grandi strategie militari che da studiosi della fissione nucleare.
Del resto, ipotizzano l'imminente fine del mondo anche quei ragazzi che ci garantiscono un caldo sahariano prima ancora della fine dei loro studi, e il tema della fine del mondo è presente in quasi tutte le religioni, dall'Apocalisse cristiana al Ragnarock vichingo. Una fine del mondo era prevista nell'anno 1000, un'altra nel 2000 con il Millennium Bug, l'impazzimento dei computer e il caos conseguente. Non ci soffermiamo neppure sulla profezia Maya miseramente fallita il 21 dicembre 2012 e l'attesa di un asteroide che cozzi contro la Terra: secondo i calcoli degli astrofisici non accadrà nell'arco della nostra vita, e neppure in quella dei nostri bisnipoti.
E poi, smettiamola di parlare di fine del mondo: che sia la guerra atomica, l'asteroide o il cambiamento climatico, il mondo non finirà. Il «mondo» - il pianeta Terra - non siamo noi, una volta scomparsi i Sapiens Sapiens la Terra si ripopolerà di orde di insetti, scarafaggi, topi, più resistenti a bombe, asteroidi, cambiamento di clima. La vegetazione ricrescerà rigogliosa, nasceranno nuove specie animali e vegetali, meno dannose della nostra - che peraltro esiste da appena 300.000 anni e il pianeta starà benissimo. Almeno fino a quando il Sole esaurirà i combustibili da fusione, diventerà un gigante rosso e avrà un collasso gravitazionale.
Gli astrofisici dicono che mancano 5 miliardi di anni. Preferisco credere a loro, piuttosto che ai profeti della sventura di domattina: il Sapiens è ancora abbastanza Sapiens da evitare un'Apocalisse volontaria.@GBGuerri
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