In Cina sono i giorni del giudizio, quelli del più grande esame che il mondo possa immaginare: 13,4 milioni di studenti in questi giorni si stanno giocando il loro futuro. Letteralmente. Perché sapranno se potranno andare all'università e avere un avvenire di successo ed economicamente sereno. O se dovranno accontentarsi di carriere minori, di lavori umili e magari sottopagati.
Si chiama «gaokao» ed è il test annuale di accesso a cui devono sottoporsi alla fine della scuola secondaria tutti coloro che vogliano iscriversi all'università. Il nome infatti è l'acronimo di «esame unificato nazionale di ammissione generale alle università e ai college», una kermesse gestita dai governi delle province sotto la regia del ministero dell'Istruzione. Un cimento dalle regole spietate: in sole due ore vengono valutati gli interi dodici anni della carriera scolastica con esami nelle materie più disparate, dalla letteratura cinese alla matematica, dall'inglese alla storia, dalla fisica alla chimica e alle scienze politiche. Solo quelli che superano un certo punteggio hanno la possibilità di entrare all'università. Ed è vero che il tasso di superamento dell'esame è piussoto alto (nel 2023 l'84,97 per cento dei candidati fu ammesso all'istruzione universitaria, nel 20121 addirittura il 92,89) ma per chi non ce la fa addio sogni di gloria: non c'è infatti una seconda chance. E in un Paese in crisi economica e con poche speranze di occupazione per in non laureati una giornata storta può equivalere al fallimento di una vita. Immaginate che tipo di pressione personale, familiare e sociale in un Paese dove il sistema educativo è estremamente competitivo.
Il «gaokao», nato nel 1952 e più volte sottoposto a riforme, è uno degli eventi attorno ai quali ruota la vita delle famiglie cinesi. Immaginate la «notte prima degli esami» di vendittiana memoria ma all'ennesima potenza, perché non ci sono piani B. Più una tragedia che una commedia agrodolce. Quasi tutte le famiglie hanno un solo erede, a causa della politica del figlio unico che è stata abrogata soltanto nel 2013, e ripongono in esso tutte le loro speranze di ascesa socioeconomica: non c'è quindi da sorprendersi se i genitori vivano i giorni del «gaokao» con una partecipazione perfino superiore a quella dei ragazzi e ricorrano a gesti scaramantici come quello di accompagnare il figlio a scuola nel giorno del test vestititutti di rosso, che è il colore della vittoria nella tradizione cinese, oppure con in mano dei girasoli, fiore portafortuna per eccellenza.
Il «gaokao» ha un grande impatto sulla vita della Cina. Le compagnie di taxi accettano prenotazioni fin da una settimana prima per le corse della mattina fatidica e la polizia stradale delle grandi compagnie è impegnata a rendere il traffico fluido in quei giorni per evitare ingorghi e quindi ritardi. I social media del Paese sono inondati da messaggi di auguri ai diplomati e anche molti personaggi famosi fanno arrivare ai ragazzi il loro incoraggiamento.
Anche l'ex calciatore inglese David Beckham, molto popolare in Cina, dove vanta ben 10 milioni di follower su Weibo, ha postato gli auguri agli esaminandi, scrivendo sul social cinese Jin Bang Ti Ming, un auspicio tradizionale per gli esami importanti.
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