Per anni è stato l'inviato ignoto. Quello che ci si vergognava a nominare. Che creava scandalo. E che, quindi, andava dimenticato. Oggi, finalmente, il suo nome, Almerigo Grilz, è ricordato da tutti. Anche, e soprattutto, grazie al Premio a lui intitolato, che è stato consegnato ieri a Milano a cinque giornalisti - Karolina Chernoivan (che scopre il giornalismo a causa della guerra in Ucraina), Elia Milani, Alfredo Bosco, Luca Steinmann e Salvatore Garzillo - e che ha visto una «menzione alla memoria» per Franco Di Mare, lo storico inviato della Rai scomparso in questi giorni.
È il 1983 e Almerigo, nato e cresciuto a Trieste, decide di lasciare la politica attiva. Il tempo del Fronte della Gioventù è finito e - insieme a due amici, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin - fonda l'agenzia di stampa «Albatross». Vogliono girare il mondo e raccontare le guerre. Cercano una vita spericolata e la trovano. Sono in Afghanistan insieme ai mujaheddin. Poi con il popolo Karen in Birmania. E nell'Africa nera, dove Almerigo trova la morte.
È il 19 maggio del 1987 e il reporter si trova in Mozambico dove i miliziani anticomunisti della Renamo si scontrano con i marxisti del Frelimo. Almerigo è al fianco dei primi, ma racconta il conflitto nella sua complessità. Avanza con loro. Indietreggia con loro. E, proprio mentre sta scappando da un attacco del Frelimo, trova la morte, filmandola in diretta. Almerigo si gira per filmare la ritirata scomposta dei guerriglieri ma un proiettile lo centra in pieno. La cinepresa cade. Inquadra gli anfibi. Grilz muore sul colpo. Il suo corpo rimane lì fino a quando i combattenti della Renamo tornano per dargli degna sepoltura. Almerigo diventa il primo reporter a cadere sul fronte dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Gli amici di sempre, Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, raccolgono la sua memoria. Fino a ieri quando, dopo gli eventi a Trieste, è stato presentato il premio intitolato a Grilz anche nel palazzo di Regione Lombardia davanti all'assessore alla Cultura Francesca Caruso, all'Assessore alla Sicurezza e Protezione civile, Romano La Russa. Poi l'inaugurazione della mostra «Gli Occhi della guerra» alla presenza del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e infine la serata di premiazione alla Triennale. La memoria di Grilz, oggi, è finalmente di tutti.
Prima una via a Trieste, poi un film e ora anche un premio. Per i giovani, gli under 40, proprio come Grilz, con una giuria dalle opinioni più diverse. Segno che Almerigo giornalista non divide più (ammesso e non concesso che lo abbia mai fatto in passato).
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