Via la cittadinanza italiana a cinque militanti Hezbollah. "Truffa con i finti antenati"

L'annuncio del ministro degli Esteri a Padova: "Tema da affrontare seriamente, no al lassismo"

Via la cittadinanza italiana a cinque militanti Hezbollah. "Truffa con i finti antenati"
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«Essere italiani è una cosa seria, la cittadinanza non si regala». Antonio Tajani, nel corso di un dibattito all'Università di Padova, annuncia: «Stiamo revocando la cittadinanza a cinque Hezbollah che avevano ottenuto un passaporto attraverso una agenzia che testimoniava con falsa documentazione un antico avo italiano. Si tratta di truffe e imbrogli che vengono pagati anche a caro prezzo». Il tema della «cittadinanza italiana va affrontato in maniera seria e questo non significa lassismo, così come non si regala la cittadinanza a chi ha un finto avo emigrato chissà quando».

Su questo caso il ministro degli Esteri era intervenuto alcuni giorni fa raccontando dell'inizio dell'iter. «Troppe truffe, troppi personaggi che organizzano agenzie per regalare la cittadinanza italiana con finti avi italiani, perché il passaporto italiano è comunitario e serve per entrare in Europa e negli Stati Uniti». Tajani aveva spiegato che tutto risale a «un paio di mesi fa», senza specificare dove il caso si è verificato, anche se da quanto trapela si tratterebbe di passaporti acquisiti in Venezuela.

La revoca della cittadinanza è stata introdotta dal primo decreto legge sicurezza e riguarda il caso in cui lo straniero divenuto cittadino italiano commetta gravi reati per finalità di terrorismo o di eversione dell'ordinamento costituzionale, oppure contro la personalità dello Stato.

Il 7 ottobre scorso il dipartimento del Tesoro Usa aveva inserito nella blacklist delle sanzioni tre individui e un ente di beneficenza fittizio ritenuti importanti sostenitori finanziari internazionali di Hamas, così come un istituto finanziario controllato dal gruppo palestinese a Gaza. «Questi attori svolgono ruoli critici nella raccolta fondi esterna per Hamas, spesso sotto le mentite spoglie di opere di beneficenza, che finanziano le attività terroristiche del gruppo», l'accusa del Tesoro Usa. Tra le persone sanzionate anche Mohammad Hannoun: aperto sostenitore di quella che lui chiama la «resistenza palestinese», in Italia ha fondato la Charity association of solidarity with the palestinian people, o Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp). Secondo le autorità americane è uno dei finanziatori di Hamas, mentre lui ufficialmente nega sostenendo di essere il promotore di iniziative umanitarie.

Tajani in una intervista al Piccolo di Trieste ha anche rimarcato la necessità di arrivare a un cessate il fuoco in Medio Oriente, sostenendo che «l'obiettivo della sicurezza di Israele non può essere raggiunto dai suoi leader solo con lo strumento militare». «Israele ha reagito a un massacro orribile, quello del 7 ottobre 2023.

Ma dopo un anno, e adesso dopo la scomparsa del capo di Hamas a Gaza - Yahya Sinwar - io credo che possa porsi l'obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco, di far liberare i suoi ostaggi e di permettere alla comunità internazionale di occuparsi delle incredibili sofferenze della popolazione palestinese. Spero che i segnali di queste ore riguardanti una ripresa dei negoziati con Qatar, Egitto e Stati Uniti siano davvero una anticipazione di una svolta di pace».

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