Dare subito la cittadinanza italiana a Ramy, il bimbo eroe e toglierla invece a Ousseynou Sy, l'uomo di origini senegalesi che ha sequestrato e incendiato il bus degli scolari a San Donato Milanese.
Matteo Salvini ha già dato il via libera alla procedura per accelerare la richiesta di cittadinanza avanzata dal padre di Ramy per il figlio, che con prontezza e sangue freddo ha salvato la vita dei suoi compagni. Il ragazzino di 13 anni di origini egiziane ha di fatto salvato la vita dei suoi compagni nascondendo il cellulare al sequestratore e dando l'allarme al 112. Suo padre Khalid Shehata, un operaio cinquantenne che vive in Italia dal 2001, aveva rivelato che il suo sogno era ottenere la cittadinanza, perché, aveva detto, «il mio secondo Paese è l'Italia». E il Viminale si è detto pronto a «farsi carico delle spese e a velocizzare al massimo le procedure per riconoscere la cittadinanza al piccolo eroe».
Dal mondo politico si era già sollevato un coro bipartisan con la richiesta di assegnare la cittadinanza a Ramy che comunque potrebbe ottenerla immediatamente per meriti speciali come previsto dalla legge del '92. Attraverso un decreto del presidente della Repubblica può essere concessa la cittadinanza «allo straniero quando questi abbia reso eminenti servizi all'Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato». L'iniziativa deve partire dal ministero dell'Interno e dunque Salvini ha fatto saper di avere già dato il via libera. Anche l'altro vicepremier, Luigi Di Maio ha caldeggiato la richiesta del padre di Ramy: «ha chiesto che gli venga riconosciuta la cittadinanza e credo che il governo debba raccogliere questa richiesta».
Tra i primi a chiedere di intervenire a favore di Ramy, Mara Carfagna di Forza Italia. «Ramy ha pienamente diritto alla cittadinanza per meriti speciali - aveva detto la Carfagna - Il suo coraggio e la sua forza d'animo sono stati determinanti nell'evitare una strage orribile e insensata. L'Italia, oltre ad essere rigorosa con l'immigrazione clandestina, sappia riconoscere e premiare il valore di Ramy».
Ma Di Maio e Salvini concordano anche sulla necessità di revocare la cittadinanza all'attentatore che è di origini senegalesi ma ha acquisito la cittadinanza nel 2004 sposando un'italiana dalla quale ha avuto due figli. «Faremo il possibile affinché a questo tizio infame venga tolta la cittadinanza italiana: non parli a nome di sessanta milioni di italiani - ha detto il leader del Carroccio - Poi dovremo lavorare in Parlamento per portare avanti il testo sulle telecamere nelle scuole e nei luoghi in cui stanno i bambini».
Anche per Di Maio si deve andare oltre «la semplice indignazione, togliendo immediatamente la cittadinanza a quel criminale».
Anche in questo caso esiste una norma ad hoc voluta proprio dal ministro dell'Interno e approvata nel dicembre scorso nell'ambito delle norme sull'immigrazione.
Il decreto Salvini infatti ha esplicitamente introdotto l'ipotesi di revoca della a cittadinanza per gli stranieri o gli apolidi diventati italiani nel caso si siano macchiati di reati commessi per «finalità di terrorismo o di eversione dell'ordinamento costituzionale». Ovviamente il caso del sequestratore di bambini rientra pienamente nei criteri previsti per la revoca della cittadinanza.
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