Coronavirus

Classi in isolamento e nuovo incubo Dad "Possibile riduzione delle quarantene"

Si moltiplicano i focolai negli istituti italiani, l'ipotesi di allentare le regole. Costa: "Dobbiamo proseguire l'anno in presenza"

Classi in isolamento e nuovo incubo Dad "Possibile riduzione delle quarantene"

Quattro focolai in Piemonte e 74 classi in quarantena, 57 classi a casa in Alto Adige, 41 nel fiorentino, altrettante a Bari. Avanti di questo passo, gli alunni di mezza Italia si ritroveranno in Dad nell'arco di un paio di settimane. In Italia le classi sono 400mila, se solo l'1% avesse ogni giorno un alunno positivo, andrebbero in quarantena 4mila classi al giorno in base alle stime, per difetto, dei presidi.

A fronte di un'emergenza sanitaria che non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella dell'anno scorso, si sta pensando di cambiare le regole. Troppo rigide, oggi, quelle applicate al periodo più grigio della pandemia.

Politica e tecnici si stanno interrogando se sia il caso di mandare in quarantena un'intera classe per un solo alunno positivo. In fondo si tratta di «tirare» fino all'inizio della vaccinazione per gli under 12, quindi un paio di mesi, poi il problema contagi a scuola si risolverà da solo. Ma nel frattempo bisogna agire, per evitare che i ragazzi si trovino nuovamente costretti a connettersi da casa.

«Una valutazione sulla riduzione delle quarantene può essere presa in considerazione - spiega il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa - È un tema molto sentito, sul quale la politica sicuramente è chiamata a fare una riflessione e ad assumersi una responsabilità. È chiaro che siamo nell'alveo delle scelte che la politica deve fare sulla base anche di quelle che sono le indicazioni scientifiche del nostro Comitato tecnico, però sicuramente una riflessione la dobbiamo fare perchè l'obiettivo che oggi abbiamo raggiunto è stato quello di iniziare l'anno scolastico in presenza, ma ora l'obiettivo più grande è proseguire così».

Convinto della necessità di rivedere la normativa anche l'ex capo della protezione civile Guido Bertolaso: «I parametri vanno rivisti. I ragazzi devono andare a scuola. Si facciano tamponi anzichè metterli tutti in quarantena, sempre in regioni dove la situazione è migliore: purtroppo oggi l'Italia da questo punto di vista non è tutta uguale».

Nei prossimi giorni il Cts renderà noto il suo parere e, non appena sarà possibile senza incappare in pericoli sanitari, dirà se è possibile allentare la morsa. Probabilmente superando le reticenze manifestate sull'argomento solo pochi giorni fa.

Secondo Antonello Giannelli, presidente dell'associazione nazionale presidi, il vero intoppo sta nelle Asl: «Più che ridurre la quarantena al solo compagno di banco del positivo - spiega - sarebbe più opportuno parlare di contatti, a cui la Asl può risalire attraverso un contact tracing approfondito. Tuttavia, nella stragrande maggioranza dei casi, non riesce a farlo. Perché le Asl sono già al collasso. Le Asl mettono l'intera classe in quarantena perché non hanno personale sufficiente. È accaduto l'anno scorso e si sta inesorabilmente replicando il meccanismo».

Il presidente dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini non ha ancora un'idea chiara sul da farsi, ma è certo di una cosa: «Dobbiamo cercare di ricorrere alla didattica a distanza il meno possibile». Il presidente della Toscana, Eugenio Giani avanza una proposta: «Ridurre i giorni di quarantena almeno per i ragazzi vaccinati». «È evidente - sostiene - che nelle scuole sapevamo che c'era il punto debole nel passaggio del contagio perchè nelle scuole vi è un'impossibilità oggettiva di vaccinare fino ai 12 anni.

Sappiamo che fino ai 12 anni non possiamo e non potremo vaccinare fino a che la comunità scientifica internazionale non lo preveda».

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