«Sono un sostenitore dell'alleanza con Lega e Fdi, ma la leadership del centrodestra non può stabilirsi solo sulla conta dei voti, nasce dal messaggio unitivo, lanciato da Berlusconi».
Onorevole Massimiliano Salini, eurodeputato e coordinatore Fi in Lombardia, nella coalizione dopo il voto sembrano prevalere le polemiche. Cosa serve per il rilancio, un nuovo predellino, un'idea vincente, un leader?
«La natura e la forza del centrodestra sta nella sua origine liberale, riformista, moderata. Per essere compatto e protagonista ha bisogno di Fi, perché interpreta il sentimento prevalente nella maggioranza degli italiani di cui siamo il riferimento. Non si può aggregare alimentando la paura, gli attacchi per i barconi, serve una proposta su famiglia, fisco, educazione, impresa. Come dice Berlusconi, il candidato premier è il capo della forza più votata, ma Salvini non potrà mai essere il mio leader. Il messaggio legittimo ma insufficiente dei sovranisti è solo una parte di quel ceto medio che ha sempre fatto la nostra storia».
Perché Fi non riesce a catturare più voti?
«Dobbiamo fare un'autocritica non corrosiva, la nostra campagna elettorale è stata meravigliosa e ringrazio Berlusconi per come si è speso, malgrado il Covid, Tajani, Bernini, Gelmini e gli altri. Ora dobbiamo dire da dove ripartiamo».
E da dove?
«Per questo ho organizzato una manifestazione a Milano il 10 ottobre, si chiama Immagina.
Ne ho parlato, tra gli altri, con Cirio, con Martusciello e potrebbero fare eventi simili altrove. Dobbiamo alzare la voce, chiarire la distinta identità di Fi rispetto agli alleati, spiegare la nostra idea di Italia, dire come vanno spesi i fondi del Recovery fund».
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