Il numero due delle Brigate Qassam, l'ala militare di Hamas, Marwan Issa, è stato preso di mira in un attacco israeliano la scorsa settimana. Sarebbe rimasto ucciso, mentre si nascondeva in uno dei tunnel sotterranei del terrore di Hamas, colpito dalle forze israeliane a Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. La conferma, secondo il quotidiano Jerusalem Post, arriverebbe da «fonti di Hamas». Il suo corpo è ancora sepolto sotto le macerie. Issa è uno degli obiettivi principali dell'offensiva dell'esercito di Tel Aviv, che dà la caccia in maniera serrata ai capi dell'organizzazione. Anche il giornale britannico The Guardian ha riportato la crescente convinzione tra gli ufficiali dello Stato ebraico che il terrorista sia effettivamente morto, dato che dopo l'attacco contro il suo nascondiglio le comunicazioni tra i quadri dirigenti di Hamas sono state interrotte per 72 ore. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha salutato la notizia come «un grande risultato per Israele» e ha tuonato: «Moriranno tutti».
Issa era noto anche come «l'uomo ombra». Come vice comandante dell'ala militare di Hamas, è il braccio destro di Mohammed Deif e ha svolto un ruolo significativo nella pianificazione dell'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Nato nella Striscia di Gaza nel 1965, è stato detenuto da Israele per 5 anni durante la Prima Intifada a causa della sua attività con Hamas. Successivamente è stato trattenuto dall'Autorità Palestinese dal 1997 al 2000, ma rilasciato dopo lo scoppio della Seconda Intifada. Durante l'attuale guerra tra Israele e Hamas, Issa era uno dei tre militanti di Hamas più ricercati da Tel Aviv, assieme al leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar e Deif, i tre che formano il consiglio militare segreto al vertice dell'apparato militare di Hamas. Issa avrebbe dovuto sostituire Sinwar o Deif se uno dei due fosse stato ucciso.
Issa ben presto è diventato il capo delle Brigate Qassam nei campi profughi nel centro della Striscia e in seguito uno dei militanti più ricercati d'Israele. È stato gravemente ferito ma è sopravvissuto a un tentativo di omicidio israeliano durante un incontro del 2006 a cui parteciparono anche Deif e altri importanti comandanti delle Brigate Qassam. Issa è apparso raramente in pubblico e nel 2011 è comparso in una foto durante un ricevimento per i prigionieri palestinesi rilasciati dallo scambio che ha portato alla liberazione di Gilad Shalit.
Il figlio maggiore di Issa, Baraa', è morto nel 2009 dopo che l'Egitto gli aveva rifiutato l'ingresso dalla Striscia di Gaza per cure mediche, mentre, un altro, Muhammad, è stato ucciso nel 2023 in un attacco di Israele proprio a Gaza.
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