La minigonna eterna icona della libertà femminile

La minigonna eterna icona della libertà femminile
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Sembra l'8 settembre, l'armistizio tra uomini e donne. Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno, ieri a Palermo, ha detto: «Le donne devono essere libere di uscire come vogliono, in minigonna, senza avere paura». Fine dell'impari conflitto? Riassunto: in verità l'uso dell'indumento, con l'orlo sopra il ginocchio, risale ai favolosi anni Sessanta, quando le donne, per l'appunto, presero a indossarlo, attirando l'attenzione degli uomini ma non certamente pensando, come prima preoccupazione o timore, ad una eventuale aggressione sessuale. Sessant'anni dopo, passate di moda le minigonne e pure le gonne sostituite queste da pantaloni e affini, le donne sono entrate nelle cronache quotidiane come vittime di stupri e violenze, fino alla morte. L'abito non fa il monaco ma è la donna che re-suscita il mostro, non lo stimola perché altrimenti ci risiamo con la teoria facile della provocazione che è poi vecchia come l'uomo medesimo. Dice: le donne musulmane sono costrette ad indossare il burqa, la loro libertà è violata, la parità è un'idea inutile. Ritornati in occidente, scopriamo che, prive di burqa, per le donne europee, mi limito a queste, la libertà di uscire e di vivere una giornata, non dico spensierata, ma almeno lontana da paure e angosce, sia praticamente impossibile, dipende dalle zone, dipende dall'ora, dipende dalla luce e siamo appunto arrivati al paradosso che un ex prefetto e oggi ministro del governo debba pubblicamente annunciare che le donne medesime possono e debbono uscire senza paura, quasi fosse un atto di coraggio esporsi in pubblico, mostrare la propria femminilità, ovviamente nei limiti consentiti, non dal comune senso del pudore, roba da orticaria anche nel momento della scrittura, ma senza scadere nella spudoratezza e questo riguarda soprattutto gli uomini e i loro-nostri comportamenti. Sta di fatto che il tema non può avere confini soltanto nel territorio dell'ordine pubblico ma deve coinvolgere l'educazione, o quello che almeno si intendeva, senza pensare di essere su una esclusiva isola della perversione mentre attorno il mondo è invece veramente libero e senza paura.

La minigonna è un alibi mentale, dato per scontato l'aggettivo, la provocazione è una giustificazione dei deboli e dei codardi, la banalità di una dichiarazione, anche se di un ministro, rientra in un linguaggio che poco aggiunge e nulla risolve. Resta il problema, resta l'ombra che improvvisamente ci segue. Questa non ha paura di uscire. Ma sa come scappare.

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