Lavori ancora in corso. Mentre in Italia tengono banco le (presunte) parole del ministro Fitto su un Pnrr da rimaneggiare pesantemente, sugli obiettivi già spuntati dall'esecutivo non arriva la parola fine. Il riferimento è alla terza rata del dossier, pari a 19 miliardi di euro, per la quale il governo ha inviato a dicembre alla Commissione Ue richiesta di pagamento, avendo raggiunto i 55 tra obiettivi e traguardi previsti.
Come è noto, la Commissione europea ha già scelto per due volte di prorogare, per motivi tecnici, i tempi per l'esame della documentazione inviata dal governo italiano, fissando il termine prima a marzo e poi alla fine di aprile. Gli ispettori della Commissione Ue avevano richiesto in particolare chiarimenti sui Piani urbani integrati, contestando in particolare i progetti che attingevano al Pnrr per quasi 150 milioni di euro - per la riqualificazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze e per la realizzazione del Bosco dello Sport a Venezia.
Sui due stadi, nonostante i chiarimenti delle amministrazioni e del governo, è arrivata poi la bocciatura della Commissione, che a fine aprile ha «confermato la non eleggibilità di entrambi gli interventi nell'ambito dei Piani Urbani integrati». Mandando su tutte le furie Dario Nardella e Luigi Brugnaro e costringendo il governo a depennare le due opere. Altri chiarimenti erano stati chiesti dagli ispettori e ottenuti anche per altre misure, in particolare per le concessioni portuali e per le reti di teleriscaldamento. Ma non sembravano esserci altri grossi scogli, tanto che sia Fitto che il titolare del Mef Giancarlo Giorgetti alla fine di aprile ostentavano ottimismo sull'ormai imminente erogazione della terza tranche dei soldi targati Pnrr, sostenendo che «fosse questione di ore».
Le ore si sono un po' allungate ma l'ottimismo da parte dell'esecutivo non è mai scemato, e pure la portavoce della Commissione Ue per gli affari economici e finanziari Veerle Nuyts lo scorso 5 maggio confermava che il lavoro di valutazione era ancora in corso, come pure erano in corso continui, quotidiani «scambi costruttivi» con le autorità italiane, che stavano provvedendo a fornire «le informazioni aggiuntive delle quali abbiamo bisogno». Ieri la stessa Nuyts ha ribadito il concetto: dopo più di due settimane i lavori sono ancora in corso, gli scambi con l'Italia sempre costruttivi, ma la terza rata non è ancora in porto.
Quanto al rimettere le mani al Piano, ha spiegato Nuyts, «siamo al corrente del fatto che il governo italiano vuole rivedere il piano di ripresa e di
resilienza», ma la Commissione europea «non ha ancora ricevuto» una richiesta formale di cambiamenti dei progetti. L'importante, conclude la portavoce, è che una eventuale revisione non riduca «l'ambizione complessiva» del piano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.