Condanna Bossi, Salvini: "Dispiace, ma parliamo di un'altra era politica"

L'attuale segretario della Lega Nord guarda al presente: "Ci siamo rinnovati in uomi e progetti". Nessun commento da parte di Roberto Maroni

Condanna Bossi, Salvini: "Dispiace, ma parliamo di un'altra era politica"

"La condanna a Bossi? Dispiace dal punto di vista umano. Fa parte però di un'altra era politica. La Lega ha rinnovato uomini e progetti". È un commento dal doppio significato quello rilasciato dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini dopo la condanna in primo grado di Umberto e Renzo Bossi per appropriazione indebita.

Se da un lato il leader leghista esprime affetto e vicinanza umana a Umberto e Renzo Bossi, dall'altro intende marcare una netta distanza politica e temporale dalle vicende che hanno portato padre e figlio Bossi a una severa condanna.

In passato Salvini ha attaccato duramente Umberto Bossi. Tra i due non corre buon sangue, dato che Salvini e Bossi la pensano diversamente su tutto: programmi, modalità di gestione del partito e alleanze nel centrodestra.

Lo scorso 14 maggio Salvini è stato confermato segretario della Lega Nord dopo avere battuto alle primarie il candidato bossiano Gianni Fava.

Se Salvini ha parlato, il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni ha preferito trincerarsi dietro a un no comment. Maroni si trovava in visita alla nuova torre osservatorio atmosferico insieme al commissario Ue alla Cultura, Tibor Navracsics, quando i giornalisti lo hanno avvicinato per chiedergli un commento: ma il governatore non ha voluto rispondere.

Maroni è considerato la testa di ponte tra le due correnti del partito.

Dopo le dimissioni forzate di Bossi dalla leadership della Lega era stato proprio Maroni a prenderne il posto, usando la metafora della "scopa" per evocare il bisogno di ripulire la Lega dai suoi problemi. Ma tuttavia Maroni non ha mai abbandonato del tutto Umberto Bossi. A differenza di Salvini.

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