La giustizia italiana ha dato un'altra prova di sé. Di essere ormai alla follia. Il macellaio di Legnaro di Padova, Walter Onichini, che la notte tra il 21 e il 22 luglio 2013 aveva sparato al ladro albanese che gli era entrato in casa assieme ad altri tre complici, ieri è stato condannato a 4 anni e 11 mesi per tentato omicidio. Tentato omicidio. Oltre all'interdizione temporanea dai pubblici uffici e al pagamento dell'anticipo del risarcimento al ladro.
Così hanno deciso i giudici del tribunale collegiale di Padova. Ma il pubblico ministero, Emma Ferrero, di anni ne aveva chiesti cinque e di mesi due. Quella notte Onichini sparò con il suo fucile al ladro albanese che era appena piombato all'interno del giardino della sua abitazione e stava cercando di fuggire rubandogli l'auto parcheggiata sotto casa. Poi lo aveva caricato in auto, e lo aveva portato a un chilometro da casa, lasciandolo lì. All'alba del giorno dopo l'albanese era stato ritrovato ferito da un passante. Onichini lo aveva fatto per difendere il figlio e perché credeva che glielo avessero rapito. Ma nonostante questo, nonostante la difesa della propria famiglia da un pericolo che avrebbe potuto degenerare, Onichini è stato condannato. Il malvivente, Nelson Ndreaca, 25 anni, di origini albanesi, già conosciuto alle forze dell'ordine e che aveva altri precedenti, è stato condannato per quel furto ed è tuttora latitante. Anzi ora potrà anche rifarsi l'arredo visto che ieri i giudici, oltre alla condanna, hanno stabilito una provvisionale, come anticipo di risarcimento di 24.500 euro. Soldi che l'imputato deve dare al ladro, oltre alle spese di patrocinio e alle spese legali per un totale di altri diecimila euro. Questo, nell'attesa che i giudici del rito civile decidano sul risarcimento danni di oltre 300mila euro che il ladro ha chiesto al macellaio. L'albanese infatti di soldi ne ha chiesti molti di più: 324 mila euro. Perché giustamente si può: entri in casa per derubare e chiedi i soldi di risarcimento.
«Vergogna - ha gridato la folla in attesa della sentenza ieri vergognatevi». Una sentenza che non ha mancato di sollevare numerose proteste e polemiche, oltre a frasi poco eleganti verso i magistrati e la giustizia. In Veneto non si parlava d'altro. E ieri alla pronuncia della condanna, c'era anche la moglie del macellaio e indipendentisti veneti dentro e fuori dal tribunale, che si sono presentati con bandiere e striscioni per dare sostegno a Onichini. Alla parola «colpevole» pronunciata in aula, il coro si è fatto sentire: proteste contro i giudici, contro la politica e contro lo Stato italiano. «Ho sparato per difendere mio figlio ha detto l'imputato in lacrime presenteremo appello». «Mi rifiuto di pensare di vivere in un paese dove subiamo la totale mancanza di tutela dei diritti di noi cittadini onesti», ha detto la mamma del macellaio. A intervenire anche Elisabetta Aldrovandi, presidente dell'Osservatorio nazionale sostegno vittime che nella sua pagina Facebook ha pubblicato un video. «Quattro anni, undici mesi e 24.500 euro di risarcimento danni per aver difeso se stesso e la sua famiglia dice -.
Francesco Sicignano, Mario Cattaneo, Graziano Stacchio, Franco Birolo e Walter Onichini hanno avuto la colpa di difendersi nell'unico modo che in quel momento era possibile, ossia sparando o colpendo per evitare di essere aggrediti. Cinque storie diverse, ma qualcuno che paga c'è sempre. E non sono i rapinatori».
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