Conflitti dem, assist al tycoon e convention. Rischio caos negli Usa se il presidente si ritira

Le pressioni sulla decisione: i tentennamenti dei donatori e la campagna dei media. Tutti i dubbi dentro il partito

Conflitti dem, assist al tycoon e convention. Rischio caos negli Usa se il presidente si ritira
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Se Joe Biden si ritira, si rischia il caos. La campagna del presidente ammonisce, in un memo trapelato sui media Usa, sul pericolo di scontri nel partito democratico nel caso di un passo indietro del candidato in pectore nella corsa alla Casa Bianca.

Nonostante la proclamata volontà di non gettare la spugna e il rinnovato appoggio dei leader dem, Biden deve fare i conti con crescenti pressioni esterne ed interne: i numerosi appelli di autorevoli media per il suo ritiro, i timori (per ora in gran parte espressi privatamente) di una fetta del partito di perdere non solo la Casa Bianca ma anche il Congresso, e i dubbi di molti donatori. Il comandante in capo deve valutare se abbandonare la corsa non sia peggio che continuarla, ed è questo che teme la sua campagna elettorale: «Se si ritirasse - si legge nel memo - ciò porterebbe a settimane di caos, di torte in faccia e ad un sacco di candidati che arrancano in una battaglia brutale sul palco della convention, tutto questo mentre Donald Trump avrebbe il tempo per parlare agli elettori americani incontrastato».

Anche il board del Washington Post, nell'editoriale in cui interviene sull'opportunità che Biden lasci, sottolinea i rischi dell'operazione, ricordando che gli sfidanti repubblicani prevalsero nel 1952 e nel 1968 dopo che i presidenti Harry S. Truman e Lyndon B. Johnson decisero entrambi di non cercare la rielezione. Nel secondo caso la Convention democratica - anch'essa tenutasi a Chicago in quell'occasione - precipitò nel caos in mezzo alle proteste per la guerra in Vietnam, e il partito finì per nominare il vice di Johnson, Hubert H. Humphrey. Secondo il Wp «trovare un sostituto adeguato quest'anno, all'ultimo minuto, sarebbe più difficile di quanto lo fosse nel 1968, e l'eventuale candidato potrebbe emergere politicamente ferito, come accadde a Humphrey». Pure nell'approccio cauto di parte dei donatori c'è il riconoscimento che non esiste un chiaro sostituto per l'attuale presidente, e il suo addio potrebbe innescare una dura battaglia tra i dem a vantaggio di Trump (se Biden decidesse davvero di ritirarsi potrebbe allo stesso tempo appoggiare un possibile successore, oppure lasciare che sia il partito a individuarlo, per poi decidere ad una Convention aperta').

Quasi tutti i delegati alla kermesse di Chicago sono stati eletti con la promessa di dare a Biden la nomination, e secondo gli analisti «se sceglierà di rimanere in pista non c'è dubbio che la otterrà». Anche perché in caso contrario i suoi delegati potrebbero fare ciò che chiede loro, ma non sarebbero vincolati come lo sono ora.

In questo scenario, quindi, potrebbero nominare chiunque e la Convention stessa potrebbe trasformarsi in una rissa politica: «Dobbiamo essere pragmatici e disciplinati - avverte un alto funzionario democratico - Non è politicamente intelligente che Biden si dimetta».

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