Consiglio al lavoro sul caso. E il centrodestra spinge: "Si ratifichi la decadenza"

Canali separati di Tar e "parlamentino". Truzzu: "Ridiamo la parola agli elettori"

Consiglio al lavoro sul caso. E il centrodestra spinge: "Si ratifichi la decadenza"
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Il Tribunale e il consiglio regionale. L'epilogo del «caso Todde» sarà deciso dalla giustizia ordinaria e dalla politica, seguendo due percorsi separati. E così, mentre i legali della governatrice preparano i ricorsi contro la decadenza dichiarata dalla Corte d'Appello, l'assemblea regionale sarda si prepara ad affrontare la situazione, che rappresenta un unicum a livello nazionale. L'ordinanza-ingiunzione che rischia di far saltare, con Todde, tutta la legislatura in Sardegna arriverà sul tavolo della Giunta per le elezioni del consiglio regionale già a partire da domani. Ed è proprio sul ruolo del «parlamentino» sardo che è in corso un dibattito tra politici e giuristi. Tra chi sostiene che l'organo politico non possa fare altro che prendere atto della decisione del Collegio elettorale di garanzia e chi è convinto che l'assemblea possa anche non ratificare la decadenza di Todde. «Il Consiglio regionale deve prendere atto del provvedimento della Corte d'Appello, anche perché a differenza del Parlamento non gode di autodichia, il consiglio regionale non può autoregolarsi», dice al Giornale Stefano Tunis, consigliere regionale di Sardegna Al Centro 20Venti, che in Assemblea siede all'opposizione ed è anche un componente della Giunta per le elezioni. «Io ero parte della Giunta anche nella scorsa legislatura e abbiamo esaminato casi di possibile decadenza di consiglieri regionali, ma si trattava di procedimenti che partivano tutti da una querela di parte, questa è la prima volta che siamo chiamati a valutare un provvedimento della Corte d'Appello», continua Tunis. Da qui l'incertezza sulle tempistiche del pronunciamento del consiglio regionale. «Secondo la Corte costituzionale la questione della pronuncia del Consiglio regionale sulla decadenza si porrà solo nel momento in cui il provvedimento diventerà definitivo», spiega Giovanni Guzzetta, professore ordinario di diritto pubblico all'Università Tor Vergata di Roma. Quindi, sottolinea il giurista, «in questa prospettiva, immaginando che la Presidente della Regione Sardegna impugni effettivamente l'atto bisognerà attendere i vari gradi di giudizio e potrebbero passare mesi». Anche Guzzetta sostiene che il consiglio regionale non abbia particolari poteri che gli consentano di stoppare la decadenza di Todde. «Sui poteri del Consiglio in questa materia c'è molta confusione, perché si tende a pensare in modo analogo a quello che vale per le Camere. Ma c'è una fondamentale differenza. Le Camere sono organi costituzionali e la Costituzione riserva a esse in via esclusiva la valutazione della decadenza. Lo stesso principio non vale per i Consigli regionali, le cui deliberazioni sono impugnabili davanti al giudice ordinario», spiega.

Ma Tunis sottolinea il punto politico, parlando di «inconsistenza dell'ex golden girl del campo largo». Ma c'è anche un piano penale.

L'ipotesi al vaglio della Procura, non ancora ufficializzata, sarebbe quella di falso per una fattura da 153 euro mai depositata e per alcune dichiarazioni sulla provenienza dei fondi elettorali in seguito rettificate dalla stessa Todde nella memoria difensiva depositata il 3 dicembre. Intanto interviene anche Paolo Truzzu, candidato del centrodestra alle ultime regionali, che propone: «Approviamo rapidamente una finanziaria tecnica e restituiamo la parola agli elettori».

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