Consulta, il centrodestra punta su Marini

Domani il voto in aula. La sinistra grida al blitz: teme di perdere il controllo della Corte

Consulta, il centrodestra punta su Marini
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Il centrodestra tira dritto e punta a colmare il vuoto in Corte Costituzionale con l'elezione del giudice mancante. La convocazione è per domani alle 12 e 30 a Montecitorio. La chiama partirà dai senatori e poi sarà il turno dei deputati. Si tratta dell'ottavo scrutinio ed è richiesta la maggioranza dei 3/5: 363 voti. Il centrodestra sulla carta parte da 355 voti sicuri. Sono stati precettati tutti: ministri e sottosegretari. E le missioni congelate. Servono 8 voti per sfondare il quorum. Numeri raggiungibili con l'aiutino del Misto, Autonomie, gli ex calendiani (Costa, Carfagna, Gelmini e Versace) e qualche voto renziano. Il pallottoliere è dalla parte del centrodestra. Ma non sono ammesse assenze. Il nome su cui punta la maggioranza è Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Più defilato il segretario generale Carlo Deodato.

La compattezza del centrodestra manda in tilt la sinistra che grida al solito blitz. Si è già messa in moto la macchina mediatica: La Stampa e La Repubblica sono in assetto di guerra. La maggioranza politica viene accusata di trasformismo. I partiti di opposizione sono sulle barricate: «Meloni non può occupare il massimo organo di garanzia come la Corte Costituzionale e, per questo, la invito a non procedere con un blitz martedì per l'elezione del giudice costituzionale, scegliendo il suo consigliere giuridico, autore della legge sul premierato. Il professor Marini è anche presidente della commissione paritetica della Valle d'Aosta e, per tale organismo, ha redatto numerosi ricorsi alla Consulta» denuncia Angelo Bonelli dei Verdi. Schlein ha parlato di «blitz». A sinistra c'è il timore di perdere il controllo sulla Corte Costituzionale, trasformata in arma politica contro il centrodestra.

C'è una seconda data che fa paura al Pd: il 21 dicembre. Tra poco più di due mesi scadrà il mandato del presidente della Consulta Augusto Barbera e dei due vicepresidenti Franco Modugno e Giuseppe Prosperetti. A quel punto il centrodestra, con l'elezione di Marini (al posto di Sciarra) in programma domani potrebbe far cadere la bandiera rossa dal tetto della Corte Costituzionale. O quanto meno riuscirebbe a dare una sterzata verso destra.

Non è un caso che il presidente Barbera abbia deciso di fissare il 12 novembre prossimo, un mese prima della fine del mandato, l'udienza sui ricorsi delle Regioni Toscana, Puglia, Campania, Sardegna sull'illegittimità della riforma sull'autonomia differenziata. Nulla di scandaloso. A sinistra l'avrebbero definito semplicemente un blitz.

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