
Fumata grigia, o forse no. Sulla nomina dei quattro giudici mancati della Corte costituzionale le forze politiche avrebbero trovato la quadra in vista di oggi, quando tornerà a riunirsi il Parlamento in seduta comune. Il nome che mancava era quello del tecnico bipartisan, l'intesa sarebbe stata raggiunta su un nome di peso come Maria Alessandra Sandulli (nella foto), giurista e professore ordinario a Roma Tre, che già nel 2014 era finito nella rosa dei possibili candidati, salvo cedere il passo a Silvana Sciarra, decaduta a fine 2023 e ancora senza sostituto.
Nel corso della giornata sarebbero state superate alcune resistenze - prevalentemente quelle della Lega di Matteo Salvini, unica forza della maggioranza a bocca asciutta sulle nomine, anche se il Carroccio smentisce - per risolvere il delicato risiko su cui persino il Quirinale avrebbe esercitato una energica moral suasion già da luglio: «Non so come queste mie parole saranno definite: monito, esortazione, suggerimento... Con garbo ma con determinazione invito il Parlamento elegga persone meritevoli per cultura giuridica, esperienza, stima e prestigio di assumere quell'ufficio così rilevante», aveva detto il capo dello Stato alla cerimonia del Ventaglio. Su La7 ieri mattina un uomo del Deep State come Luigi Bisignani aveva azzardato un paragone tra Mattarella e Francesco Cossiga, che nel 1991 aveva minacciato di sciogliere le Camere per la mancata fumata bianca. «Il Quirinale ha messo il pepe, Mattarella diventa cossighiano: o fate i giudici o non siete in grado...», visto che lo stallo si protrae da oltre un anno per la Sciarra e dalla fine dell'anno scorso per gli altri tre giudici scaduti dalla carica nel dicembre 2024, vale a dire Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti.
La scelta di una donna (la Sandulli sarebbe la nona giudice costituzionale) accontenta Italia Viva che reclamava il rispetto delle quote rosa. Ieri mattina a palazzo Chigi il vertice tra i leader di Fdi, Lega e Fi-Noi Moderati avrebbe trovato la convergenza necessaria Sandulli (da non confondere con la quasi omonima Gabriella Palmieri Sandulli, avvocato generale dello Stato), che si va ad aggiungere al candidato di Fratelli d'Italia Francesco Saverio Marini (figlio d'arte, suo padre Annibale fu espressione di Alleanza nazionale a fine anni Novanta), consigliere giuridico di Giorgia Meloni e «padre» a sua volta della riforma del premierato. Il Pd aveva già scelto il costituzionalista Massimo Luciani (sacrificando il consigliere giuridico di Elly Schlein Andrea Pertici, che non piaceva ai maggiorenti dem).
Sul nome coperto dentro Forza Italia l'avrebbe spuntata Andrea Di Porto, docente della Sapienza di Roma, già avvocato di Silvio Berlusconi e di Fininvest, che avrebbe avuto la meglio su Gennaro Terracciano, avvocato e prorettore dell'Università del Foro Italico e sull'ex parlamentare Roberto Cassinelli.
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