C'era d'aspettarselo. Dopo la frenata del lunedì, il rilancio del martedì. Con numeri alti ma per fortuna non angoscianti. I nuovi contagi schizzano dai 9.338 di lunedì (con i numeri sempre sterilizzati della domenica) a 10.874, un dato alto ma inferiore a quanto un po' tutti temevamo, comunque meno degli 11.705 di domenica. I tamponi sono tanti ma non da record: 144.737, ciò che produce un indice di contagio del 7,51 per cento, piuttosto alto ma comunque inferiore a quello degli ultimi due giorni, che era stato del 7,99 (domenica) e del 9,44 (lunedì).
Poi certo, altri dato spengono l'entusiasmo. Intanto quello dei morti, che salgono a 89 e fanno segnare il nuovo record dal 30 maggio (ovvero 143 giorni fa) quando erano stati 111. La regione con più croci è la Lombardia con 19, davanti a Veneto (13), Campania (12) e Sicilia (10). Dall'inizio dell'emergenza sanitaria il Covid ha ucciso 36.705 nostri connazionali.
Fa paura anche la crescita costante dei ricoverati nelle terapie intensive, che ora sono 870, con un aumento sensibile (+73) rispetto alle ventiquattr'ore precedenti. Anche in questo caso bisogna tornare a maggio (ed esattamente al 139 per trovare un dato simile, ovvero 893. Siamo ancora lontani dal record del 3 aprile, quando le terapie intensive avevano 4.068 letti occupati, ma la progressione è inesorabile. Va detto che il Lazio ha gli stessi malati gravi della Lombardia, 123, ma con una popolazione di quasi la metà. Ma il territorio che preoccupa di più è la Campania, con 91 terapie intensive che incidono su un sistema sanitario meno efficiente rispetto alle altre due regioni. Notevole anche la crescita degli attualmente positivi, che ieri hanno fatto registrare un nuovo record assoluto, 142.739. È come se un'intera città di medie dimensioni (Foggia o Salerno) fosse interamente contagiata. Fortunatamente la grande maggioranza di questo popolo di covidizzati è in isolamento domiciliare, quindi con pochi sintomi o addirittura nessuno: 133.415. Ma i ricoverati crescono in modo pronunciato, passando dagli 8.473 di lunedì ai 9.324 di ieri, con un aumento di 851 unità. Non benissimo.
Interessante come sempre notare la distribuzione geografica dei contagi, facendo caso anche all'indice di positività in rapporto ai contagi. In Lombardia i casi salgono dai 1.687 a 2.023, ma si tengono ben sotto l record registrato domenica (2.975). I tamponi però ieri sono stati pochini (21.726) e così l'indice di positività regionale, che lunedì era stato dell'11,57 per cento, scende al 9,31. Le altre regioni con un alto numero di contagi sono il Piemonte (1.396), la campania (1.312), il Lazio (1.224), al Liguria (907), la Toscana (812), la Sicilia (574), l'Emilia-Romagna (507) e il Veneto (490). Più importante però è considerare l'indice di positività, dato fatidico che boccia come detto la Lombardia (9,31 per cento) ma ancora di più il Piemonte (10,72), la Sardegna (10,96), la provincia autonoma di Trento (11,01), la Campania (12,86), la Calle d'Aosta (12,96) e soprattutto la Liguria, con un preoccupante 14,96, figlio di ben 907 casi a fronte di appena 6.062 tamponi.
Le regioni invece in cui le cose vanno meglio, con un indice di positività inferiore alla barriera psicologica del 5 per cento, sono la Basilicata (1,52 per cento), l'Emilia-Romagna (3,06), il Friuli-Venezia Giulia (3,35), la
Calabria (3,79), l'Umbria (4,44) e le Marche (4,73). Così così ma comunque sotto la media nazionale la Puglia (5,06), il Molise (5,43), il Lazio (5,80), l'Abruzzo (5,91), il Veneto (6,03), la Sicilia (7,06) e la Toscana (7,15).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.