Le regole, se ci sono, devono essere rispettate da tutti, sia dai comuni cittadini che dalle autorità. Chi le impone, poi, dovrebbe fare ancor più attenzione così da dare il buon esempio. Ed invece, purtroppo, non è sempre così. Mentre gli italiani sono costretti a stare attenti a non infrangere le norme contenute nei vari Dpcm, pena multe pesanti, e a fare sacrifici ecco che proprio chi emette i decreti infrange le regole da lui stesso imposte. E per di più in modo plateale.
È il caso di Giuseppe Conte che ieri ha creato, forse involontariamente, un maxi assembramento con centinaia di persone. Il tutto in barba alle norme anti-contagio. Subito dopo la visita al Quirinale dal Presidente Sergio Mattarella, il premier si è concesso una passeggiata in via del Corso. I cronisti erano già in strada in quanto la notizia del presidente del Consiglio a piedi di ritorno dal Colle si era diffusa sulle agenzie. Un’occasione importante da non lasciarsi sfuggire per cogliere qualche indizio sugli sviluppi della crisi politica.
Molti lo attendevano a pochi passi da Palazzo Chigi. Poi il quadro cambia. Si diffonde la voce che il premier sia tra le vetrine di via del Corso: inizia, così la corsa di giornalista, cameramen e fotografi per incontrarlo. Conte, come ricorda l’Adnkronos, è già circondato dai passanti: qualcuno gli chiede un selfie, altri gli parlano della propria situazione lavorativa. Il presidente del Consiglio non si sottrae agli scatti, discute con tutti, poi tira dritto verso Chigi con la lunga coda di cronisti e addetti ai lavori alle spalle Incalzato dalle domande Conte si ferma e concede una decina di minuti di dichiarazioni alla stampa. Ma così facendo le regole anti-assembramento saltano.
Le mascherine ci sono ma le distanze no. Il tutto ripreso dalle telecamere e dai cellulari. Le foto, finite sui social, hanno scatenato una infinità di polemiche. Oltre alle polemiche c’è chi sottolinea il rischio per la salute delle tantissime persone che si trovavano attorno al premier.
Ed ora c’è chi potrebbe finire nei guai per quel maxi assembramento. L'Asa, il sindacato autonomo degli audiovisivi che di fatto riunisce gran parte dei cameramen, sta valutando se adire le vie legali nei confronti dell'ufficio stampa di Palazzo Chigi, dopo"l'improvvisa conferenza stampa di ieri che ha provocato l'indegno assembramento cui abbiamo assistito con i relativi rischi per la salute e naturalmente in spregio alle attuali norme sulla sicurezza sanitaria".
Come si legge in una nota, l’Asa "sta valutando nel dettaglio quanto accaduto e si riserva di denunciare formalmente alla procura della Repubblica tutti i responsabili, condannando fermamente una pericolosa superficialità che ha riguardato tutte le parti in causa (giornalisti, tecnici e addetti stampa, ndr) e che ha messo a rischio la salute di tutti i presenti e di coloro con cui verranno a contatto".
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