La vera partita inizia da oggi. Rimarrà deluso chi si aspettava che la questione si sarebbe risolta ieri sera, quando al Senato il premier Giuseppe Conte ha incassato la maggioranza relativa toccando quota 156 e non raggiungendo dunque quella assoluta. Nelle prossime ore il presidente del Consiglio potrebbe salire al Quirinale per informare il capo dello Stato Sergio Mattarella sull'evoluzione della crisi, ma sembrano essere escluse le dimissioni immediate. Anzi, pare che all'avvocato verrà dato altro tempo: come riportato da Adalberto Signore sul Giornale in edicola oggi, l'intenzione sarebbe quella di temporeggiare due-tre settimane. In tal modo si vorrebbe partorire un gruppo di "costruttori" e poi procedere con un rimpasto.
Tutto tranne che formalizzare un Conte-ter, che richiederebbe un altro passaggio parlamentare con tanto di voto finale. Conte quindi potrebbe avere altri giorni per provare a dare vita a un vero e proprio gruppo in grado di garantirgli stabilità numerica, ma se non dovesse riuscirci allora sarà costretto a lasciare Palazzo Chigi. Tradotto: se tra un paio di settimane i numeri non saranno lievitati, il premier dovrà arrendersi e salire al Colle. Tuttavia dagli ambienti di governo filtra grande ottimismo: "I numeri presto aumenteranno". Deve darsi una mossa perché, come lui stesso ha annunciato, "se non ci sono i numeri questo governo va a casa". Sta di fatto che il mercato dei senatori per adesso ha consentito di raggiungere una misera maggioranza raccogliticcia.
A stretto giro potrebbe pescare ad esempio, come sostiene Giuseppe Marino su ilGiornale, tra associazioni politiche come Insieme (marchio registrato dall'ex senatore Udc Ivo Tarolli) e Italia23 che già dispone di un gruppo parlamentare. E c'è chi non esclude del tutto un ritorno al dialogo con i renziani. Nonostante i toni aspri nel confronto in Aula, i voti di Italia Viva potrebbero essere raccattati grazie all'operazione di mediazione dei dem con qualche ex Pd.
Scatta l'allarme
Fonti di primo piano dell'esecutivo fanno sapere che "da qui a fine mese sapremo tutto". Conte dovrà allontanare l'incubo Iv che, se decidesse di passare dall'astensione alla contrarietà, rappresenterebbe un serio pericoloso per l'equilibrio della maggioranza. È chiamato inoltre a evitare che le commissioni parlamentari possano esplodere, con il governo che rischia di andare sotto da un momento all'altro. Come vi abbiamo raccontato, sul tavolo c'è l'ipotesi del rimpasto. Uno step da raggiungere, nelle intenzioni, evitando le dimissioni e mantenendo per ora gli interim.
Peccato però che siano già iniziati i problemi. I Cinque Stelle guardano con contrarietà i ritocchi alla squadra dei ministri, visto che molti di loro potrebbero lasciare il posto alle new entry. "Il punto è che con le emergenze economiche e sanitarie in corso fare un rimpasto è estremamente difficile", spiega un grillino.
Come scrive Marco Antonellis su ItaliaOggi, in pratica è già scattato l'allarme rosso in casa M5S, anche perché i dubbi sul Conte-ter si fanno sempre più fitti: "Chi andrà dai ministri a chiedere di lasciare la poltrona per fare spazio a centristi con i quali non abbiamo nulla in comune?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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