Forse sì, forse no. Poi arriva la conferma: ai 154 voti di fiducia vanno aggiunti anche quelli di Lello Ciampolillo e di Riccardo Nencini. Entrambi si sono convinti all'ultimo secondo, tanto che è scoppiato il caos: la presidente Casellati stava per dichiarare chiusa la votazione ed è stato necessario ricorrere al Var per convalidare le due preferenze. Così i "sì" diventano 156, comunque inferiore alla soglia della maggioranza assoluta fissata a 161. Adesso si aprono diversi scenari in seguito al voto di ieri al Senato, con il premier Giuseppe Conte che oggi potrebbe salire al Colle per informare il capo dello Stato Mattarella sull'evoluzione della crisi di governo.
Dietro gli ok di Ciampolillo e Nencini si nasconde però un "mercato" di senatori andato avanti fino all'ultimissimo momento utile. Gli esiti tuttavia non sono stati quelli auspicati dai giallorossi: nonostante il presidente del Consiglio abbia fatto un appello aperto alle forze popolari, europeiste, anti-sovraniste e socialiste, non c'è stata un vera e propria flotta di responsabili. Per il momento dunque non ci sono quei "costruttori" tanto voluti da Giuseppi, che ora avrà 2 settimane di tempo per affidarsi a un gruppo in grado di garantirgli stabilità numerica. "Giuseppe, siamo bassi, tra 154 e 156", gli hanno fatto notare durante i momenti concitati. Sì, avete capito bene: hanno rischiato di non arrivare nemmeno alla soglia "psicologica" dei 155 sì.
A Ciampolillo e Nencini avranno offerto qualcosa? Pare di no, almeno stando alle loro versioni. Il primo ha affermato che il suo voto "è nell'interesse di tutti gli elettori e della nostra bellissima Nazione che deve rialzarsi quanto prima". Il secondo ha assicurato di aver votato la fiducia solamente perché "convinto dall'apertura di Conte alle forze liberali, popolari e socialiste, una casa utile per sostenere il governo, lo avevo deciso da un pezzo".
Trattative nel palazzo
Come riportato dal Corriere della Sera, le trattative disperate sarebbero state affidate al ministro per i Rapporti con il Parlamento. "Il ministro D’Incà se li sta prendendo uno ad uno", è la confessione che viene fatta. Il grillino avrebbe provato a convincere l'ex 5 Stelle Mario Michele Giarrusso, che alla fine però ha rifilato un secco "no" a Conte. Il palazzo sembrava essere diventata la sede dell'ultimo giorno di calciomercato. "Stanno facendo lo schifo", si sfoga Maurizio Gasparri di Forza Italia. E a tutto questo si aggiunge la speranza di Rocco Casalino, portavoce del premier, agitato e ansioso: "Cosaaa? 158? Oh mamma mia, sarebbe un sogno… Speriamo di convincere tutti".
A chi ha votato la fiducia al premier, sembra ovvio, qualcosa va dato. Sul tavolo ci sono i Ministeri dell'Agricoltura e della Famiglia e il sottosegretario agli Esteri. "Conte non promette posti, gioca pulito", assicurano i suoi.
Eppure Luigi Cesaro spunta da un angolo ed esclama convintamente: "Per il voto mio, e per i voti di altri due miei amici senatori che controllo, mi hanno offerto un Ministero". Il senatore di Forza Italia però ha resistito alle lusinghe e non si è piegato alle avances dei giallorossi. "Guagliò, tengo tutte le prove ncopp’ o’ cellulare…", ha assicurato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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