Allarme rosso al quartier generale del M5s. Dopo la rimonta alle elezioni politiche, sembra finita la congiunzione astrale favorevole per Giuseppe Conte. E allora tocca agitarsi, bisogna darsi da fare. Anche e soprattutto in vista dell'appuntamento delle europee dell'anno prossimo. Sono da leggere in questo senso le ultime prese di posizione dell'ex premier. Conte frena sull'alleanza con il Pd di Elly Schlein e mira a differenziarsi sulla politica estera.
Annuncia che firmerà il referendum abrogativo delle leggi che permettono l'invio delle armi a Kiev e attacca ancora: «Col Pd abbiamo sensibilità diverse, noi siamo per la collocazione atlantica dell'Italia ma lo siamo sempre in modo critico, il Pd che è un partito tradizionalmente di sistema ha atteggiamenti più dogmatici».
Conte vira sul radicalismo. Rivendica lo stop ai due mandati e cerca volti noti per le elezioni europee. L'ex presidente del Consiglio teme il flop e corteggia Alessandro Di Battista e Virginia Raggi. «Alessandro ha fondato questa associazione per tentare di lanciare la sua candidatura», dice al Giornale un parlamentare del M5s, all'indomani del primo evento pubblico di Schierarsi, la nuova creatura di Di Battista. L'unico dubbio di Conte è che un'eccessiva esposizione mediatica di Dibba possa metterlo in ombra. Ma l'alternativa è rischiare la débacle alle europee. E poi c'è Virginia Raggi. L'ex sindaca può rappresentare una risorsa per la nuova stagione «radicale» di Conte. Raggi ha anticipato il leader, annunciando il suo supporto al referendum anti-armi ed è in prima linea per il no al termovalorizzatore di Roma. L'attuale consigliera comunale, però, è alla sua terza legislatura in Campidoglio e non può correre alle europee. Conte sta cercando di convincerla a partecipare alla campagna elettorale, ma lei nicchia. «La Raggi spera nel flop per mettere in discussione la leadership del Movimento», spifferano dal M5s.
Conte è consapevole dei pericoli che potrebbe correre in caso di tonfo elettorale. D'altronde basta guardare i sondaggi, che certificano un calo costante dei grillini a beneficio del Pd. Ma non solo: l'attivismo dell'ex sindaco di Messina Cateno De Luca può rosicchiare punti dall'elettorato più populista. Secondo un sondaggio riservato arrivato anche sulle scrivanie del M5s, Sud Chiama Nord - il partito di De Luca potrebbe essere votato dal 23,5 % degli elettori che hanno scelto Conte alle politiche. L'ex premier guarda con fastidio alla «rinascita» di Luigi Di Maio come inviato Ue in Golfo Persico e prepara il casting per le candidature alle europee. Oltre a Raggi e Di Battista, scalpitano altri volti noti.
Lo spin doctor Rocco Casalino vorrebbe correre al Sud e ci spera Pasquale Tridico, in scadenza come presidente dell'Inps. Al Centro potrebbe trovare posto la giornalista Rai Donatella Bianchi, che dopo la sconfitta nella corsa a governatore del Lazio ha rifiutato il seggio in consiglio regionale.
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