Emanuela Del Re vola in Sahel via Bruxelles, Giuseppe Conte prenota un posto a Montecitorio e pianifica la sforbiciata degli attuali parlamentari grillini. L'indiscrezione di un seggio per il nuovo leader del M5s comincia a circolare dalla tarda mattinata. La Del Re, deputata stellata ed ex viceministro degli Esteri dei due governi Conte, è stata nominata dall'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri Josep Borrell nel ruolo di rappresentante speciale europeo per il Sahel, area del Nord Africa immediatamente a Sud del deserto del Sahara. Scelta per la sua esperienza in materia di migrazioni, Del Re libera un posto alla Camera. Un seggio che, secondo i rumors, dovrebbe essere occupato da Conte. Che correrebbe alle suppletive previste per l'autunno prossimo. L'ex premier correrebbe nel collegio di Primavalle. Tutt'altro che blindato, conquistato solo per un soffio nel 2018 dal M5s con la Del Re. L'arrivo di Conte servirà anche per rinsaldare l'alleanza con il Pd, messa a dura prova dalle trattative fallimentari sulle amministrative di ottobre. Sul tema, il neo-capo politico interviene sollecitando un cartello comune con il Pd alle regionali calabresi.
Però la situazione nei gruppi parlamentari M5s è a dir poco esplosiva. Si susseguono le indiscrezioni. Tra deputati e senatori l'adrenalina è alle stelle. Le voci, anticipate dal Giornale, di un piano di Conte per sfiancare Mario Draghi e andare ad elezioni l'anno prossimo dopo il semestre bianco, stanno provocando un vero psicodramma nei banchi grillini di Montecitorio e Palazzo Madama. Un parlamentare sintetizza così la situazione: «Davanti tutti lodano Conte ma dietro stanno già tramando contro di lui». Inevitabile, dato che la strategia contiana delle elezioni anticipate punta a decimare la prossima truppa stellata in Parlamento. E c'è chi ha cominciato a fare di conto. Gli eletti calcolano che dagli attuali 237 parlamentari il Movimento passerebbe a una sessantina. Effetto del taglio dei parlamentari e dei sondaggi che accreditano i Cinque Stelle intorno al 15%. Il problema, riflettono i grillini, è che di questi sessanta almeno quaranta saranno eletti «in quota Conte». Lo scopo del nuovo leader è piazzare nelle liste elettorali avvocati, professionisti, esponenti dell'associazionismo, imprenditori. Consigliato dagli amici, come il suo mentore Guido Alpa, Conte lavora al progetto del nuovo M5s. Sta già sondando il terreno in Puglia, la sua regione, dove punta a eleggere fedelissimi, come del resto in tutti i territori. Il repulisti farebbe sopravvivere solo una ventina di big, salvati da una deroga ad hoc al limite dei due mandati. Parliamo dei vari Luigi Di Maio, Roberto Fico, Paola Taverna, Stefano Patuanelli, Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro. Nei gruppi però non hanno intenzione di mollare la poltrona. Se Conte si decidesse a staccare la spina, in 50-60 parlamentari sarebbero pronti a uscire dal M5s. Destinazioni Fratelli d'Italia, Pd e Misto. Così arriverebbero a fine legislatura, non verserebbero soldi al partito e chi è al primo mandato maturerebbe il diritto alla pensione da parlamentare.
Il neo-Movimento è già una bolgia.
Non manca nemmeno chi evoca un patto tra Giuseppi e Alessandro Di Battista per estromettere la vecchia guardia e far cadere Draghi. Intanto i parlamentari si sfogano in chat contro il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. «Ma quando lo sfiduciamo?» si legge in un messaggio visionato dall'Adnkronos.
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