Piersanti Mattarella, Delrio insiste: "Conte non avrà un grande futuro"

Dichiarazioni di Delrio sulla dimenticanza del presidente Conte, che ieri non ricordava il nome del fratello di Mattarella

Piersanti Mattarella, Delrio insiste: "Conte non avrà un grande futuro"

Ieri, il neo presidente del Consiglio Giuseppe Conte era alla Camera, per chiedere la fiducia. Durante il discorso iniziale ha ringraziato Sergio Mattarella, esprimendogli la sua solidarietà per gli insulti che i social avevano rivolto, nei giorni scorsi, al fratello del presidente della Repubblica.

Durante la fase delle consultazioni per il nuovo governo, infatti, a Mattarella erano stati rivolte minacce e offese, che avevano scomodato la memoria del fratello Piersanti, eponente della Democrazia Cristiana, che nel 1980 era stato assassinato dalla Mafia, quando era presidente della Sicilia. Conte, ieri, si è dichiarato"addolorato" per quanto successo nei giorni scorsi. E, per spiegare la situazione, ha parlato degli attcchi a "un congiunto" di Mattarella. Una definizione molto generica e lui stesso ha ammesso di non ricordare "esattamente".

Poco dopo, l'esponente alla Camera del Partito Democratico Graziano Delrio, ha fatto notare l'incertezza di Conte e, in preda alla rabbia ha urlato: "Si chiamava Piersanti, si chiamava Piersanti".

Oggi Delrio torna sull'argomento, affidando le sue impressioni e le sue convinzioni ai microfoni di Radio Capital. Secondo il deputato Pd, le parole usate in aula dal premier appena eletto sono state "generiche", con"assenze molto gravi", che "hanno sconcertato tutti". Non può essere tollerato il ricordo generico a persone che hanno conquistato per il popolo italiano la libertà e i diritti e che, per questo, sono state vittime della criminalità organizzata, perché "se dimentichiamo chi ci ha preceduto forse non avremo un grande futuro". È dovere di tutti ricodare il nome e il cognome degli uomini e delle donne che hanno dato la vita per costruire un mondo libero, che hanno scritto la Costituzione e che hanno combattuto la Mafia e il terrorismo.

Parole che hanno suscitato il fastidio di tutti, "al di là delle tifoserie", anche per il fatto che il premier si è definito difensore del popolo, ma "difensori del popolo sono le istituzioni repubblicane, non una persona".

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