Continua la farsa sulla Calabria. Salta pure la nomina di Miozzo

Non sarà nemmeno Miozzo il nuovo commissario incaricato di gestire la sanità calabrese: ecco che cosa è successo

Continua la farsa sulla Calabria. Salta pure la nomina di Miozzo

Il nome di un altro possibile candidato a ricoprire il ruolo di commissario alla Sanità della Calabria è evaporato come neve al sole. Nelle ultime ore sembrava che Agostino Miozzo potesse essere l'uomo giusto, il profilo capace di mettere d'accordo tutti e archiviare i recenti e molteplici pasticci commessi dal governo.

Fumata nera

Ebbene, secondo quanto riferisce Repubblica, non sarà nemmeno Miozzo il nuovo commissario incaricato di gestire la sanità calabrese. Il coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, che in passato fu braccio destro di Guido Bertolaso, aveva messo sul tavolo alcune condizioni per poter lavorare. Queste condizioni, tra cui dei particolari "superpoteri" per operare in una Regione commissariata da un decennio, sarebbero state considerate troppo vincolati da Palazzo Chigi. Da qui, l'ennesima fumata nera.

Stando a quanto riportato dal Corsera, Miozzo, in pensione, avrebbe chiesto di poter tornare in servizio. L'esecutivo non sarebbe tuttavia stato in grado di soddisfare la sua richiesta. La pratica si è quindi arenata in un nulla di fatto. Scendendo nel dettaglio, il ritorno in servizio sarebbe stato necessario per poter svolgere al meglio un incarico così delicato. A maggior ragione se consideriamo il settore in questione, ovvero quello della sanità, in cui, di fronte alle emergenze, bisogna richiamare in servizio medici in pensione per tamponare le eventuali carenze in organico.

Una lunga telenovela

Non appena il suo nome aveva cominciato a circolare, Miozzi era stato chiaro: "Mia moglie non avrebbe alcun problema a trasferirsi a Catanzaro". Lampante il riferimento al precedente rifiuto di Eugenio Gaudio, ex rettore dell'università La Sapienza di Roma, che a un passo dal traguardo si era tirato indietro spiegando che sua moglie non aveva intenzione di trasferirsi a Catanzaro. "Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare", aveva aggiunto.

"Io commissario in Calabria insieme a Gino Strada? No comment, io non smentisco niente. Posso solo dire che voglio molto bene a Gino Strada, abbiamo lavorato molto bene insieme", aveva poi dichiarato lo stesso Agostino Miozzo a The Breakfast Club su Radio Capital. Ora dopo ora le indiscrezioni sul coordinatore del Comitato tecnico scientifico diventavano sempre più marcate. Eppure dal governo nessuno aveva intenzione di sbilanciarsi: segnale che qualcosa non andava.

Poche ore prima della fumata nera, in merito all'ipotesi Miozzo nuovo commissario alla Sanità della Calabria, il commissario straordinario all'emergenza, Domenico Arcuri, ospite di Agorà su Rai 3 non forniva dettagli né opinioni, limitandosi a rilasciare affermazioni di circostanza. "Con una battuta posso dire che in questi mesi non ho il tempo nè per vedere nè per sentire e vorrei non avere neanche il tempo per parlare ma soltanto per fare", ha chiosato Arcuri. Nel frattempo la telenovela continua.

La reazione dell'opposizione

L'ennesimo buco nell'acqua sul commissario alla Sanità della Calabria ha fatto perdere la pazienza all'opposizione. "Ma bastaaa. Quinto 'commissariò per la Sanità in Calabria che salta in un mese. Il governo scelga un Calabrese e la smetta di prenderci in giro", è il tweet pubblicato dal leader della Lega Matteo Salvini.

La deputata di Forza Italia, Annagrazia Calabria, ha chiesto a Conte di porre fine al "balletto dei nomi". "Il cortocircuito nel governo sul caso della nomina del commissario ad acta in Calabria è ormai insopportabile - ha commentato Calabria -Il balletto dei nomi, delle gaffe, delle rinunce o dei mancati accordi di queste settimane sarebbe tragicomico se non ci fossero di mezzo la tenuta del sistema sanitario e la tutela della salute dei cittadini. Per il bene dei calabresi è doveroso che il Premier Conte metta fine immediatamente a questo pessimo spettacolo".

Dura anche la replica di Wanda Ferro, deputato calabrese di Fratelli d'Italia: "Dopo la collezione dei Dpcm di Conte arriva la raccolta dei'quasi Commissario alla Sanità calabrese: Cotticelli, Zuccatelli, Varratta, Gaudio, Strada, Mostarda e ora Miozzo. La telenovela si arricchisce oggi di un'altra imbarazzante puntata.

Conte e Speranza sono incapaci e a farne le spese sono ancora una volta i calabresi la cui situazione richiederebbe invece tempestività, professionalità e competenza. Attributi che questo governo di figurine non ha e non potrà mai avere".

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