Contraerea in azione. Razzi sulla Polonia fanno due vittime. Mosca: "Non nostri"

Lo spettro della guerra mondiale si materializza appena la polacca Radio Zet diffonde la notizia, arrivata in un primo momento da fonti non ufficiali

Contraerea in azione. Razzi sulla Polonia fanno due vittime. Mosca: "Non nostri"

Lo spettro della guerra mondiale si materializza appena la polacca Radio Zet diffonde la notizia, arrivata in un primo momento da fonti non ufficiali: due missili russi sono caduti su Przewodów, un paese polacco vicino alla frontiera ucraina, e hanno provocato la morte di due cittadini polacchi. I razzi erano stati lanciati con l'obiettivo di colpire l'Ucraina, durante una giornata di intensi raid russi, come non si vedeva da oltre un mese. È lo scenario che Stati Uniti e alleati Nato da sempre temono, ma a cui non avrebbero mai voluto assistere. Un Paese dell'Alleanza Atlantica colpito dai razzi del Cremlino. Con il rischio di scatenare un conflitto internazionale, sulla base dell'articolo 5 del Trattato Nato, secondo cui un attacco armato contro uno o più Paesi dell'Alleanza «sarà considerato un attacco contro tutti», impegnando ogni membro «ad assistere la parte attaccata, facendo ricorso, se necessario, all'impiego della forza armata». Non a caso, immediatamente dopo la notizia, il premier polacco Mateusz Morawiecki convoca una riunione urgente del Comitato per la sicurezza nazionale e la difesa. Alla quale segue una riunione urgente del Consiglio dei ministri. Lo stesso fa l'Ungheria. La situazione è tesa come mai dal 24 febbraio.

Il Pentagono esibisce cautela di fronte ai giornalisti, convocati subito per un briefing, ma non arretra su uno dei princìpi fondamentali dell'Alleanza. «Siamo al corrente delle notizie di stampa sulla caduta di missili russi in Polonia. Al momento non abbiamo altre informazioni che possano confermarle. Stiamo indagando», spiega il portavoce del Dipartimento della Difesa, Pat Ryder. Che sull'attacco a un alleato è chiarissimo: «Il nostro impegno verso l'articolo 5 della Nato è chiarissimo: difenderemo ogni centimetro di territorio Nato».

Immediate scattano le dichiarazioni di solidarietà a Varsavia. L'Estonia ribadisce di essere pronta a difendere ogni angolo di territorio Nato. Dalla Lettonia interviene il ministro della Difesa Artis Pabriks, che «sostiene pienamente gli amici polacchi e condanna questo crimine», accusando «il regime criminale russo». La tragedia viene confermata nel frattempo dai vigili del fuoco del villaggio polacco di Przewodow, nel comune di Dohobyczów, 10 chilometri dal confine con l'Ucraina. Sono proprio due - dicono dalla Polonia - le persone morte a seguito di altrettante esplosioni che hanno colpito un sito dove si essiccano i cereali.

Ma è la dinamica dei fatti a essere cruciale per capirne le conseguenze. Dalla polacca Radio Zet, il giornalista Mariusz Gierszewski specifica un'ora dopo: «Le mie fonti nei servizi segreti affermano che a colpire Przewodów sono stati molto probabilmente i resti di un missile abbattuto dalle forze ucraine». L'escalation è infatti la conseguenza di una giornata di raid russi sull'Ucraina, la risposta di Mosca alle condizioni di pace offerte da Volodymyr Zelensky al G20 di Bali. Una risposta che è stata recapitata sotto forma di una pioggia di missili, circa 100, diretti su 11 delle 28 regioni ucraine, come non accadeva dal 10 ottobre. Ben 73 razzi, oltre a una decina di droni iraniani, sono stati abbattuti dalla difesa di Kiev. Ma sono gli effetti oltre confine, in Polonia, a far temere risvolti pericolosi.

La Nato fa sapere di essere al lavoro «per valutare le notizie, a stretto contatto con la Polonia». Ma a provare che il clima è tesissimo è la reazione di Mosca, che definisce la notizia «una provocazione». Il ministero della Difesa russo smentisce che i razzi sulla Polonia fossero russi, sottolineando che non sono stati compiuti attacchi contro obiettivi vicino al confine ucraino-polacco con armi russe. «Le immagini dei rottami dei presunti missili - spiega - non hanno nulla a che vedere con armamenti russi».

Ma Zelensky fa appello agli alleati: «È

necessario agire». L'attacco «è un'escalation molto significativa». «Non un incidente - spiega il consigliere del presidente ucraino, Mykhailo Podolyak - ma un atto deliberatamente pianificato dalla Russia, mascherato da errore».

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