Contributi ai Paesi poveri e decarbonizzazione. Dopo le liti la Cop27 trova l'accordo in extremis

Passa la linea europea: fondi a chi è stato danneggiato pagati anche della Cina

Contributi ai Paesi poveri e decarbonizzazione. Dopo le liti la Cop27 trova l'accordo in extremis

Accordo raggiunto quando la rottura sembrava ormai a un passo. I Paesi ricchi guidati da Usa e Ue e quelli emergenti e in via di sviluppo guidati dalla Cina, hanno concordato di istituire un fondo per ristorare le perdite e i danni causati dal riscaldamento globale nei Paesi più poveri e vulnerabili. Alla Cop27 di Sharm el Sheikh, risolto il punto più delicato delle trattative su cui ora si lavora ai dettagli prima che il documento finale venga licenziato. A Sharm sarà anche nominata una commissione di esperti, che porterà il progetto del fondo alla prossima Cop28 di Dubai.

Eppure la giornata di ieri era cominciata malissimo e faceva pensare al peggio. Il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, aveva annunciato che la Ue era pronta a lasciare il negoziato se non si arrivava ad un accordo accettabile. Ma di fronte alla posizione compatta del G77 e della Cina, la Ue ha finito per cedere anche se con delle condizioni. Su tutte, che il fondo sia destinato solo ai paesi più vulnerabili, e non a tutti quelli in via di sviluppo, fra i quali risultano ancora superpotenze come Cina e India. E doveva essere finanziato dalla più ampia base di donatori, quindi anche dalla Cina stessa, che invece voleva scaricare l'onere solo sull'Occidente. Inoltre, in cambio del suo sì al fondo, l'Ue chiede che alla Cop27 si confermassero tutti gli ambiziosi impegni di mitigazione del cambiamento climatico presi l'anno scorso alla Cop26 di Glasgow. In particolare, l'obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, vincolo sgradito alla Cina, che vuole sì impegnarsi per la decarbonizzazione, ma non vuole prendere troppi impegni con l'esterno.

La bozza presentata nella notte di venerdì però non teneva conto della proposta europea al punto che l'Unione ha deciso di imputarsi arrivando poi al risultato finale. Cina e G77 hanno detto sì a indicare nel documento finale che i destinatari degli aiuti saranno i Paesi più vulnerabili, e che sarà ampliata la platea dei donatori. «Trent'anni di pazienza. Il giorno è arrivato. È fatta. Questo è un momento unico», ha esultato su Twitter il capo negoziatore africano, il guineano Alpha Kaloga. Per l'ambientalista indiano Harjeet Singh, il nuovo fondo «dà speranza ai popoli vulnerabili di ottenere aiuto adeguato per riprendersi dai disastri climatici e ricostruire le loro vite».

Sugli altri temi in discussione, l'ultima bozza di documento finale della Cop27 riconosce che per mantenere il target di 1,5 gradi è necessario un taglio delle emissioni del 43% al 2030 rispetto al 2019.

Viene deciso poi l'aggiornamento degli impegni di decarbonizzazione degli stati entro la Cop28 del 2023 e si ribadiscono gli impegni di Glasgow per la riduzione della produzione elettrica a carbone e delle emissioni di metano. Infine, si riconosce il ruolo decisivo delle energie rinnovabili anche se non si prende nessun impegno per la riduzione dei combustibili fossili.

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