Guerra senza fine, terribile e con un'impennata di forniture belliche alla resistenza ucraina di armi migliori e letali. La Casa Bianca sarebbe pronta ad inviare i sistemi lanciarazzi multipli a lunga gittata chiesti a gran voce dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I razzi termobarici lanciati dai russi nel Donbass scatenano l'inferno sulle postazioni delle quattro brigate di Kiev che cercano disperatamente di fermare i russi nella loro lenta, ma inesorabile avanzata ad Est. «Alcuni partner evitano di fornire le armi necessarie per paura dell'escalation - scrive su twitter Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente - Escalation, davvero? La Federazione Russa usa già le armi non nucleari più pesanti contro l'Ucraina bruciando vive le persone. Forse è il momento di rispondere e darci i (lanciarazzi multipli) Mlrs?».
Secondo la Cnn l'amministrazione Biden si sta preparando a inviare le armi richieste nell'ambito di un nuovo pacchetto di forniture belliche la prossima settimana. I lanciarazzi multipli prodotti negli Usa hanno una gittata minima di 32 chilometri, ma la versione M30/31 arriva a 70 chilometri. Una manna per gli ucraini che potrebbero colpire i russi a una distanza maggiore evitando, almeno in parte, la loro superiorità di fuoco. Lo scorso anno la Lockheed ha annunciato una nuova versione che supera i 150 chilometri. E alcune tipologie arrivano ai 300, ma difficilmente verranno concesse agli ucraini. Il timore è che le forze di Kiev userebbero le nuove armi per colpire in profondità il territorio della Federazione russa inasprendo ulteriormente il conflitto. Un'altra richiesta ucraina riguarda il sistema lanciarazzi Himars, a guida satellitare, che ad una distanza di 60 chilometri, in completa sicurezza, colpiva le basi dell'Isis a Mosul con un errore di un metro.
L'intelligence britannica ha confermato, nelle ultime ore, che la Russia fa «progressi lenti ma tangibili» nel Donbass. Lugansk, una delle due repubbliche separatiste della regione, sarebbe per il 90 per cento sotto controllo russo. Le forze di Mosca fanno più fatica ad avanzare nella regione di Donetsk. Il premier britannico Boris Johnson ha dichiarato che è «vitale» ora più che mai «sostenere militarmente gli ucraini». Andrii Yermak, capo dell'ufficio della presidenza ucraina, ha rilanciato su Telegram il video degli obici M-777 destinati a Kiev che vengono imbarcati in Canada. Artiglieria un po' datata, ma buona, che in parte è già arrivata al fronte. La 128esima brigata ucraina nel Donbass ha reso noto un video di un bombardamento sostenendo che «il tiro accurato dimostra chiaramente l'elevata precisione delle ultime armi» con una gittata di 24-30 chilometri. In arrivo o già in prima linea dovrebbero esserci anche i cannoni FH70 modello Howitzer con proiettili da 155 millimetri. Pezzo d'artiglieria nato a fine anni sessanta, che si è poi evoluto grazie alla collaborazione fra Germania, Inghilterra e Italia. Le forze russe, però, sono in grado di provocare una cupola di fuoco con i razzi lanciati dal semovente Tos-1 Buratino, che può caricare ordigni termobarici. Oltre a una tempesta infernale provocano un'ondata di altissima pressione che non lascia vivo nessuno neppure nei bunker sotterranei. Il Buratino è un lanciarazzi multiplo pesante paragonabile agli Mlrs che gli americani dovrebbero inviare la prossima settimana a Kiev. La gittata dell'arma di Mosca, però, è nettamente inferiore.
Nonostante la soverchiante potenza di fuoco nel Donbass l'intelligence di Londra segnala che la forze russe stanno riesumando tank obsoleti degli anni settanta come il T-62 facile preda della armi anticarro fornite dalla Nato.
«Negli ultimi giorni, la Russia ha probabilmente spostato i carri armati 50enni T-62 dai sui depositi di lungo periodo per portarli nell'area di responsabilità del Raggruppamento delle forze meridionali», si legge nel rapporto settimanale. La loro presenza nella zona di operazioni, concludono i servizi, evidenzia la «carenza di equipaggiamenti moderni e pronti al combattimento» dopo che i tank russi sono stati falcidiati dagli ucraini.
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