E ad un certo punto c'è chi dice basta. «Basta occupare. Fateci studiare», ci sarà scritto a caratteri cubitali su uno striscione che oggi sventolerà «l'altra» parte degli studenti dell'Università Statale di Milano, quelli che non occupano, quelli che non hanno piazzato le tende, quelli che si sono visti interrompere brutalmente le lezioni (come è successo nella scorsa settimana), quelli che, in una parola, non stanno dalla parte di tutta quella sinistra varia ed eventuale tra anarchici, collettivi, centri sociali, pro Hamas che nonostante tutte le sigle poi in fin dei conti rappresenta solo la minima parte degli studenti della Statale. Il «basta», tutti gli altri, avrebbero voluto dirlo davanti all'università, la Statale, che sarebbe per l'appunto anche la loro università, invece monopolizzata da una settimana da chi «vuole promuovere un'idea unica e divisiva attraverso estremismi, ignorando la diversità di pensiero e imponendo la propria visione», scrive Marco Dehò, coordinatore degli Studenti per le Libertà in Statale che ha promosso il presidio per oggi. Ma non potranno. La loro libertà non comincia laddove finisce quella degli altri. Deve iniziare un po' più in là. «Siamo stati convocati ieri in questura dalla Digos - racconta Luca Palmegiani, che fa parte di Studenti per le Libertà - E ci hanno chiesto per motivi di sicurezza di spostare la manifestazione da via Festa del Perdono a piazza Cordusio». Sarà dunque qui, oggi alle 18, il presidio «Per la libertà di studio e la tutela degli spazi universitari», come recita la locandina preparata ormai da qualche giorno, dove è ben visibile la riga di pennarello nero che cancella la scritta «via Festa del Perdono» sostituita (in rosso) da una «piazza Cordusio» a distanza di sicurezza. Dalla Questura fanno sapere che non c'è stata nessuna «prescrizione» ma una valutazione condivisa con i ragazzi per motivi di opportunità. Condivisa ma a molti non è che sia andata proprio giù tanto bene. «Parecchi ragazzi si sono lamentati del fatto che ci sia chi occupa e danneggia la Statale da più di due settimane senza che nessuno dica o faccia niente. Mentre noi che vogliamo fare una manifestazione pacifica dobbiamo andare da un'altra parte», dice Andrea Ninzoli, responsabile dell'organizzazione degli Studenti per le Libertà. «Che poi - sottolinea - abbiamo detto chiaro che la nostra sarebbe stata una manifestazione non pro-Isreale ma a tutela degli spazi universitari e del diritto allo studio». Sarà anche per questo che ieri, come raccontano gli Studenti per le Libertà, chi occupava la Statale ha voluto fare la voce ancora più grossa, la faccia ancora più dura per fare più paura. «Sono arrivati i rinforzi erano almeno un centinaio a protestare dentro la Statale con cori e bandiere», racconta ancora Palmegiani. Oggi insieme a loro ci saranno i Radicali italiani, «Milano merita di più», «Siamo futuro!» Universitari liberali, Associazione milanese pro Israele (Ampi), l'associazione Amici di Israele (Adi) e Orizzonete Milano. Chiederanno un incontro con il rettore Elio Franzini «per trovare soluzioni per far tornare l'università nel pieno esercizio delle proprie funzioni permettendo a tutti gli studenti di tornare ad essere partecipi di una vita universitaria serena e armonica - sottolinea Dehò - Ho ricevuto negli ultimi tempi segnalazioni da parte di studenti e professori profondamente preoccupati se non anche impauriti per le condizioni in cui versa l'università». Scritte, sporcizia, gente che si mena e problemi pure igienici. Tipo? «Quando erano in cortile hanno scavato un buco per fare lì i bisogni...».
Loro gli Studenti per le Libertà si sono resi disponibili anche a sistemare gli spazi danneggiati da chi ha occupato. Ma sono convinti che entro qualche giorno la cosa si risolverà, visto che sabato alla Statale è previsto l'open day per le nuove matricole.
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