Controcorrente, scintille tra Parisi e Toti

Il manager e il governatore della Liguria si punzecchianono a Controcorrente: due visioni diverse per il rilancio di Forza Italia

Controcorrente, scintille tra Parisi e Toti

La prima volta insieme su un palco. Giovanni Toti e Stefano Parisi, i due nuovi protagonisti del centrodestra uno di fronte all'altro intervistati dal direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, per il secondo appuntamento di Controcorrente, l'incontro annuale con i lettori, quest'anno al Four Seasons di Milano, hanno fatto scintille.

In una sala conferenze stracolma (circa 600 persone) le due nuove promesse si sono confrontate, punzecchiandosi a volontà, con il pubblico su referendum, legge elettorale e, soprattutto, futuro del centrodestra. Un'intervista doppia che ha visto Parisi e Toti confrontarsi sui temi di maggiori attualità: sono lontani sulle strategie future riguardanti Forza Italia.

Così vicini e nello stesso tempo così distanti. Mentre il primo critica l'aver disperso tutto o quasi l'elettorato di Forza Italia prospettando un leader moderato che tenga tutti insieme, il secondo vorrebbe stare uniti, tutti insieme, dando a tutti la possibilità di presentare un proprio programma. Il primo non vuole le primarie, il secondo è a favore delle primarie "perché le persone devono poter scegliere". Su una cosa sono entrambi d'accordo: "Non ci sarà mai più un leader come Berlusconi". Dal pubblico una signora urla: "Ma non è mica morto!". "No no, anzi sta anche molto bene", risponde Parisi.

La sala si è spaccata in due anche se gli applausi sono stati indirizzati in maggior numero per Parisi, soprattutto quando ha invitato il centrodestra a mettere in campo solo gente "brava" all'altezza delle istituzioni che vanno a rappresentare. "Dobbiamo avere candidati competitivi, bravi e che abbiano un rapporto stretto con il loro territorio. Basta con i deputati eletti solo perché sono stati messi lì da qualcuno. Non va bene per il rispetto del Parlamento. Abbiamo bisogno di parlamentari bravi, perché si devono misurare con le persone. Oggi abbiamo parlamentari che non sono all'altezza del rispetto delle nostre istituzioni e questo vale per tutti i partiti. E confrontarsi con la gente impone ai partiti di schierare in campo solo gente brava".

Ma anche il governatore della Liguria Toti ha fatto il pieno di ovazioni: "Preferisco le preferenze alle liste bloccate dei partiti". Parisi è sicuro che il centrodestra sarà pronto per quando il Paese sarà di nuovo chiamato alle urne. "Noi siamo una valida alternativa al centrosinistra. Noi avremo per quella data una piattaforma politica e di governo alternativa alla sinistra. Politica estera, sociale ed economica completamente alternativa. Non avere questa alternativa ha portato all'impoverimento di questo Paese. Non ci possono essere più confusioni. Io sto dando un contributo in quella direzione. Da quando ho iniziato vedo che stanno venendo fuori segnali di cambiamento e movimento. E va bene così. Dobbiamo tornare ad essere forza di governo. Oggi tutto il consenso che abbiamo perso e consegnato all'antipolitica ha portato a questo. Se dobbiamo essere l'antipolitica allora meglio l'originale, meglio Grillo, noi invece dobbiamo essere forza di governo".

Per Parisi il centrodestra deve "riportare la gente a votare, questa è la prossima sfida". Nessuna obiezione anche in questo caso per Toti che anzi rilancia: "Il centrodestra, dove ha saputo mettersi insieme e trovare candidati credibili e spendibili è una forza molto competitiva. Gli elettori del centrodestra sono più avanti delle classi dirigenti dei loro partiti. Non possiamo andare con un'armata Brancaleone a combattere candidati unici, ma dobbiamo federarci in qualcosa che ci porti all'obiettivo tutti insieme. Ogni anima del centrodestra ha la sua dignità di stare dentro. Dobbiamo solo capire come pesiamo le varie anime e trovare un minimo comune multiplo. Un nuovo meccanismo per mettere insieme il centrodestra".

Per Parisi "una unità però si costruisce sulla volontà di stare insieme. Secondo me il centrodestra vince se c'è un leader moderato e non un leader radicale. Il processo è in corso oggi, ora. Una forza politica moderata che torni ad essere egemone. Un leader di un partito deve essere in grado di scegliere il nome vincente. Le primarie di coalizione sono divisive e questo fa male. Chi farà il leader vedremo, tanto lo deciderà Berlusconi. O si ricandiderà lui". Applausi: "Bravo!", "Giusto!", "Meno male che Silvio c'è!".

Toti che non ha alcuna intenzione di istituire i Guelfi e Ghibellini del centrodestra replica: "Se siamo qua del resto è solo grazie e Berlusconi, compreso Meloni e Salvini. Ritengo che ci sono molte persone fuori dai partiti che se si avvicinano sono benvenuti e devono aver possibilità di dire la loro e di essere misurati con l'elettorato. Noi l'ultima voce la dobbiamo dare agli elettori. Per questo chiedo che vengano inserite le primarie per legge".

Parisi in questo caso non è d'accordo con Toti. O meglio non pregiudizialmente, lui vorrebbe di più e meglio. "L'errore maggiore di questo governo è la mancanza di rispetto verso gli italiani perché bisogna dirgli la verità e continuare a dire che l'economia va bene invece va male non è giusto e Renzi lo paga. Ecco perchè è arrivato al 20% partendo dal 40%, perché la gente ha capito che non dice la verità. Noi invece dobbiamo capire tra di noi quali sono le soluzioni tecniche a questi problemi. Forza Italia ha perso una quantità enorme di voti, quello che era il traino di questa coalizione oggi va a rimorchio e bisogna capire come mai questo è successo. L'obiettivo oggi è il Paese non la quantità di poltrone da portare in Parlamento!. Salvini ha preso un partito al 4% e l'ha portato al 10%, Forza Italia non l'ha fatto. Perché?".

Toti respinge al mittente le velate critiche: "Non sono disponibile a scassare una coalizione che ci permette di governare diverse Regioni. Anche io sono per la gente che si conquisti il posto. Questo è un prerequisito non una strategia. Per me chi arriva come Parisi e ha delle idee ha la porta aperta. Voglio solo sapere come si fa a scegliere lui piuttosto che Meloni o Salvini. Perché se questo ci porta a scassare quello che abbiamo io non sono d'accordo. Chi pensa come noi due, la pensa a modo suo, ma non per questo sta in partiti diversi.

Come facciamo a tenere insieme le idee di Toti, le idee di Parisi, le idee di Maroni, le idee di Zaia, etc.? Gli elettori hanno diritto di scegliere da chi essere rappresentati".

Nella sala di stasera al Fours Seasons, stando all'applausometro, l'impressione è che la gente abbia già scelto.

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