Tra summit, incontri, proclami e speranze di pace, la guerra continua senza soste e, anzi, quasi con ancora più forza. E con il solito balletto di accuse tra russi e ucraini.
Da una parte i filorussi hanno accusato le forze armate ucraine di aver utilizzato due missili da crociera Storm Shadow, quelli a lungo raggio appena forniti dal Regno Unito, e un missile di difesa aerea, durante un bombardamento a Lugansk. «Hanno provocato il ferimento di sei bambini», accusando Kiev di aver colpito anche sedici edifici residenziali nei distretti Kuibyshevsky e Kievsky di Donetsk. Primi segnali dei primi passi della controffensiva di Kiev che potrebbe aver inferto un duro colpo ai nemici. Ieri sono stati abbattuti due elicotteri e due caccia, un Su-34 e un Su-35. Giallo e dubbi sulle cause. In un primo momento, alla notizia di un solo elicottero precipitato, fonti russe hanno provato a dire che lo schianto era imputabile a un guasto al motore mentre gli ucraini parlavano di un missile antiaereo ma sparato per errore dalle stesse forze russe. Col passare del tempo però è parso evidente che si sia trattato di un'operazione difensiva da parte dell'esercito ucraino. Tutti i mezzi infatti sono stati abbattuti nella zona di Bryansk, vicino al confine con l'Ucraina, e secondo alcune fonti militari erano pronti per condurre un attacco. L'ipotesi più credibile è che ad abbatterli siano stati aerei o elicotteri con missili aria-aria, escluso quindi l'utilizzo dei Patriot americani. Il bilancio è di una dozzina di vittime, tutti membri dell'equipaggio dei velivoli. Intanto, sono saliti a 21 i feriti dell'attacco russo sulla regione ucraina di Khmelnytsky. «Il nemico ha attaccato con un drone, colpendo una delle infrastrutture critiche della regione», ha riferito il capo dell'amministrazione militare regionale Serhiy Tyurin.
Sul fronte politico, colloquio telefonico tra il segretario di stato Usa Antony Blinken e il ministro Dmytro Kuleba con la controffensiva al centro del dialogo che ha sfiorato anche l'ipotesi di fornire a Kiev i caccia F16. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ringrazia invece la Germania per il sostegno ottenuto e torna a chiedere nuovi rifornimenti di armi. «Solo la fornitura di armi all'Ucraina consentirebbe la pace», ha detto. Intanto continua la durissima battaglia di Bakhmut, anche qui con proclami da entrambi gli schieramenti. La Russia ha annunciato di avere il controllo di un quartiere nel nord-ovest della città mentre il comandante delle forze di terra ucraine, Oleksandr Syrskyi, ha confermato che le forze di Kiev stanno avanzando lungo la linea del fronte: «Il nemico sta perdendo equipaggiamento e uomini». A portare l'assedio di Bakhmut sono sempre gli uomini della brigata mercenaria Wagner, con il leader Prigozhin che torna, per l'ennesima volta, ad attaccare lo stato maggiore dell'esercito di Mosca. Nel mirino il capo di stato maggiore Valery Gerasimov: «Una tale merda di comando militare è molto importante per la vittoria del nemico...
», ha detto, tornando a invitarlo a Bakhmut per vedere di persona quale sia la reale situazione sul campo. Una chiaro segno di nervosismo e difficoltà tra le file di Mosca, in attesa della controffensiva vera e propria. A meno che i piani che portano al dialogo non diventino finalmente praticabili.
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