Erano da poco passate le 9 di mattina (le 7 in Italia) quando l'esercito ucraino ha lanciato un'offensiva su larga scala nella regione russa di Kursk. Le truppe del comandante Syrskyj si sono mosse lungo varie direttrici, cogliendo di sorpresa le guarnigioni di Mosca e Pyongyang. Le immagini di colonne di mezzi corazzati che avanzano indisturbate hanno fatto il giro del mondo, e il ministero della Difesa russo, dopo l'iniziale titubanza, si è trovato costretto a riconoscere le evoluzioni nemiche.
L'incipit dell'operazione risale a sabato sera, con l'attacco di due brigate ucraine che erano riuscire a sfondare dalle parti di Sudzha, liquidando un battaglione di fanteria nordcoreano (il vero nervo scoperto per Mosca) e uno di paracadutisti russi. Il varco è diventato all'alba di domenica una voragine e i soldati di Kiev si sono diretti a nord in direzione di Berdin e Velyke Soldatske, avanzando, secondo le prime stime, di una quindicina di chilometri, lungo l'autostrada 38K-004. Fonti di entrambi i ministeri della Difesa parlano di 42 scontri armati, 12 dei quali ancora in corso. I russi azzardano: «Stiamo respingendo gli invasori», e per ritorsione bombardano l'oblast di Sumy.
Se Kiev preme sul Kursk, Mosca si sta muovendo con la stessa veemenza nel Donbass. I successi militari degli ultimi mesi sono stati confermati anche dall'Institute for the study of war (Isw) che ha diffuso immagini geolocalizzate delle operazioni di campo. I russi hanno messo le mani su Pokrovsk (Donetsk), interrompendo le catene di comunicazione e logistica di cui attualmente dispone l'esercito ucraino. I territori conquistati dai russi a ottobre e novembre sono stati 5 volte superiori di quelli sottratti all'Ucraina nell'intero 2023.
Non c'è fame di vittoria nell'operazione condotta dagli ucraini nel Kursk, semmai la necessità di raccogliere un vantaggio da presentare all'eventuale tavolo negoziale dopo l'insediamento di Trump alla Casa Bianca. L'Ucraina spinge l'acceleratore sul Kursk come la Russia preme per cannibalizzare più aree possibili del Donbass. Un micidiale risiko che negli ultimi 5 mesi è costato la vita ad almeno 130mila soldati. La situazione per le forze ucraine nella regione di Kursk stava peggiorando. L'incursione, cominciata il 6 agosto, aveva sorpreso inizialmente la Russia, che però dopo le prime due settimane già conteneva l'avanzata ucraina, fino al lento respingimento in autunno. Circa la metà dell'area occupata con celerità dalle truppe di Kiev è stata progressivamente riconquistata da quelle di Mosca, che hanno adottato una tattica con tempi dilatati, prediligendo il ritmo contenuto alla risposta immediata. Nello stesso tempo Putin ha chiesto alle truppe di Gerasimov di mettere a ferro e a fuoco il Donbass, approfittando del fianco indebolito dall'Ucraina, che negli ultimi mesi ha contenuto con estrema difficoltà l'offensiva a Nord e a Ovest di Donetsk.
L'utilizzo di sistemi missilistici Atacms, Storm Shadow e Scalp, concesso dall'alleanza occidentale, non ha prodotto il ribaltamento delle sorti della guerra, semmai ha alzato il tono dello scontro: con la modifica della dottrina nucleare, e gli attacchi di inaudita ferocia su obiettivi energetici e civili, Putin ha continuato a mantenere un vantaggio che non può essere sovvertibile sul breve periodo. Senza dimenticare che lo Zar starebbe preparando una grande offensiva a Zaporizhzhia, con lo scopo di risalire fino a Dnipro.
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