La notizia prende tutti in contropiede, ma era attesa da giorni. Solo, non si sapeva quando il Guardasigilli avrebbe esercitato il suo potere. Carlo Nordio aspetta la domenica per tagliare con un colpo netto il groviglio portato dalla detenzione dell'ingegner Mohammad Abedini. È stato l'arresto di questo tecnico ad innescare il caso Sala, ma, ora che la giornalista è tornata in Italia, si può chiudere anche la triangolazione con Teheran. Nordio si appella dunque all'articolo 718 del codice di procedura penale che dà al ministro, in situazioni come queste, la facoltà di revocare in qualunque momento l'ordine di custodia e di scavalcare di fatto l'autorità giudiziaria.
Negli ambienti giudiziari milanesi i fari erano accesi sull'udienza prevista per mercoledi 15 davanti alla corte d'appello di Milano in cui si sarebbe discusse il futuro dell'uomo. La difesa aveva chiesto i domiciliari, primo passo di un percorso soft, ma Nordio va ben oltre e azzera la querelle, rimangiandosi le preoccupazioni espresse il 20 dicembre. È lo scambio differito di cui avevano parlato i giornali la scorsa settimana. Le previsioni si sono puntualmente avverate: mercoledì Cecilia Sala esce dalla cella del carcere di Evin, dove era detenuta dal 19 dicembre, raggiunge l'aeroporto e parte per Roma. Ora tocca a Roma onorare l'altra metà dell'intesa: fine della prigionia pure per Abedini, accusato di essere l'esperto che avrebbe consegnato ai pasdaran la micidiale tecnologia dei droni, la stessa utilizzata in Giordania per compiere un attentato che aveva provocato tre vittime fra i soldati americani.
L'udienza del 15 gennaio a questo punto non ci sarà. È superata dai fatti. Qualcuno ipotizzava che Nordio avrebbe atteso la decisione della corte d'appello, per rispetto verso le toghe, prima di far conoscere il proprio punto di vista. Ma poi in via Arenula prevale un'altra corrente di pensiero: attendere i giudici di Milano vorrebbe dire esporsi ad una possibile verdetto negativo della magistratura di rito ambrosiano, seguendo il parere contrario ai domiciliari già espresso dalla procura generale. Meglio anticipare, sfruttando i super poteri del Guardasigilli, anche se la scarcerazione di Sala è ancora fresca.
D'altra parte la finestra temporale era stretta: pochi giorni, fino al 20 gennaio, data dell'insediamento di Trump. Bisognava sfruttare quel periodo fluido, confinato in una sorta di terra di nessuno, dove le responsabilità si annullavano e si accavallavano. E Nordio stabilisce che il countdown può finire senza ulteriori code. Tutti possono ritenersi soddisfatti e d'altra parte l'obiettivo delle autorità italiane era riportare in patria la giornalista. Per questo sabato 4 gennaio a sorpresa la premier Giorgia Meloni era salita su un aereo e aveva raggiunto Donald Trump in Florida, per un viaggio lampo che aveva sbloccato lo stallo. «La decisione presa dal ministero della giustizia ci ha felicemente sorpreso», nota l'avvocato Alfredo de Francesco.
L'ingegnere piange per la commozione. In serata è già a Teheran. Si volta pagina, anche se resta l'amarezza: la Repubblica Islamica ha violato in modo plateale le regole del diritto e i diritti di una ragazza che non aveva alcuna colpa.
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