Qual è il vero scopo dell'incontro avvenuto tra Matteo Renzi e l'alto dirigente dei Servizi, Marco Mancini, in un autogrill di Fiano Romano lo scorso 23 dicembre? Veramente lo 007 doveva consegnare «i babbi», ovvero un tipico dolce romagnolo al senatore di Italia Viva? Sarà il direttore del Dis (Dipartimento per le informazioni della Sicurezza), prefetto Gennaro Vecchione, a dover rispondere a queste domande di fronte al Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica (Copasir) che nel corso dell'Ufficio di presidenza di ieri ha deciso di convocarlo per far luce sui fatti svelati dalla trasmissione televisiva Report, relativi all'incontro tra i due soggetti al centro della questione. Che non si esclude possano essere sentiti proprio su richiesta del Comitato presieduto dal leghista Raffaele Volpi.
Vecchione è stato convocato «per una valutazione di tali vicende, limitatamente ai profili di propria competenza. All'esito dell'audizione, il Comitato si riserva di procedere a ulteriori approfondimenti ed eventuali altre audizioni», appunto.
Tra le altre cose, l'incontro avvenne lo stesso giorno in cui Matteo Renzi si recò in carcere, a Rebibbia, a far visita a Denis Verdini. Semplice incontro tra amici e scambio di auguri natalizi o c'è dell'altro?
Peraltro, molte pedine in queste ore si stanno muovendo sullo scacchiere dei Servizi. Mancini è infatti tra i papabili a sostituire il generale dell'Esercito Carmine Masiello nel suo posto di vice di Vecchione, visto che Masiello è appena stato nominato Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, ovvero il vice del generale Enzo Vecciarelli. Anche se quello di Mancini, attuale caporeparto al Dis, non è l'unico dei nomi che stanno circolando.
L'Ufficio di presidenza del Copasir ha anche concordato sull'opportunità di svolgere le audizioni, già precedentemente decise, dell'ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del suo portavoce Rocco Casalino, con riferimento alla liberazione avvenuta a dicembre 2020 dei pescatori italiani sequestrati in Libia.
Come si ricorderà, Casalino inviò un messaggio ad alcuni giornalisti fidati geolocalizzandosi in Libia. Fatto che avrebbe potuto mettere a rischio l'incolumità della delegazione che in quel momento si trovava nel Paese africano e mandare a monte l'impegno dei Servizi per la liberazione dei pescatori.
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