La mossa arriva dopo il pressing di Pd e M5S: il presidente leghista del Copasir, Raffaele Volpi, rassegna le dimissioni per sbloccare lo stallo. Si dimette anche il senatore Paolo Arrigoni, secondo componente del Carroccio nel Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. La legge prevede che la guida del Copasir spetti all'opposizione: con la nascita del governo Draghi e l'ingresso della Lega nell'esecutivo, la presidenza passerebbe al partito di opposizione Fratelli d'Italia. La Lega molla.
L'ultimo atto del presidente Volpi è il via libera alla richiesta al premier Mario Draghi di avviare un'indagine sull'incontro tra Matteo Renzi e il funzionario dei Servizi Marco Mancini. Matteo Salvini butta il pallone nel campo di Pd e Cinque stelle: «Attendiamo che anche gli altri senatori e deputati del Pd e del Movimento 5 Stelle facciano altrettanto». E provoca l'alleato: «In questo momento gli amici dell'Iran non sono amici miei», risponde a chi gli chiede dell'ipotesi che la presidenza del Copasir vada a Fratelli d'Italia. Il riferimento del capo della Lega è ai presunti legami di Adolfo Urso con l'Iran. Nella partita Copasir la Lega gioca una carta: la completa applicazione della legge 124 del 2007 che prevede l'assegnazione all'opposizione di 5 (cinque) componenti su 10 (dieci) tra cui poter scegliere l'eventuale Presidente. E dunque al partito di Giorgia Meloni andrebbero cinque componenti. Si rischia di andare verso un nuovo stallo: Pd e M5S non vogliono ridurre la propria rappresentanza in favore di Fdi. Ma soprattutto c'è già chi frena sulle dimissioni: «Sono venute meno le ragioni che mi avevano portato, alcune settimane fa, a dimettermi», commenta il forzista Elio Vito. La palla ritorna nelle mani dei presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Casellati. Fratelli d'Italia incassa il punto a favore e attende l'iter previsto dalla legge: «Ora la soluzione è in mano ai presidenti delle Camere che spero abbiano un atteggiamento meno pilatesco di quello avuto in passato» avverte Giorgia Meloni. La posizione dei meloniani è racchiusa nelle parole di Ignazio La Russa: «Non era una questione tra forze politiche ma tra maggioranza e opposizione, e di rispetto della legge. Oggi siamo soddisfatti e prendiamo atto delle dimissioni di Volpi che sanano un problema. Per quanto invece riguarda la composizione dell'organo e la parità tra rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione, ci rimettiamo alla volontà dei presidenti del Senato e della Camera. Non abbiamo alcuna rivendicazione da fare. Decidano i presidenti se intendono sostituire solo i dimissionari o se invece ritengono che sia necessario riequilibrare. Da parte nostra non ci sarà opposizione».
Un punto su cui la Lega non sembra d'accordo: «Si dimettano tutti i
membri per poi ripartire da zero. La legge si applica per intero, non solo negli aspetti che fanno più comodo», spiegano i capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. Partita riaperta.
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