La sinistra italiana è letteralmente in delirio. Dopo il no di Zaki al volo di Stato, Conte, Schlein e Fratoianni portano a casa un altro «straordinario risultato»: la sconfitta di misura in Spagna dei socialisti guidati dal premier Sánchez contro i Popolari di Alberto Núñez Feijóo. Vero: il centrodestra spagnolo non sfonda. Ma in ogni caso i Popolari sono primi sia per voti che per seggi assegnati. Non importa. Per Pd e M5s, che ancora faticano a trovare le basi per un'alleanza, è un'iniezione di fiducia per quella italiana. Questioni di prospettive. Sono lontani i tempi in cui Veltroni festeggiava la vittoria di Obama negli Stati Uniti, D'Alema i trionfi di Blair in Gran Bretagna. I nuovi punti di riferimento della sinistra italiana, Conte, Fratoianni e Schlein, si accontentano di «sconfitte onorevoli». La segretaria del Pd è carica come una molla: «I risultati delle elezioni premiano il coraggio di Pedro Sanchez e della sua squadra e ribaltano un esito che sembrava già scritto. I veri sconfitti da un verdetto implacabile sono i nazionalisti di estrema destra di Vox» - esulta. E poi ancora: «L'onda nera si può fermare quando non si punta ad alimentare le paure ma a risolvere i problemi concreti delle persone: aumentando il salario minimo e limitando i contratti a termine, affrontando sul serio l'emergenza climatica, limitando gli effetti del caro energia e dell'inflazione sulle imprese e sulle fasce più povere. Adelante!». Tant'è che al Nazareno girano battute al veleno: «Tutto chiaro, l'obiettivo di Elly è perdere con onore». A Madrid, invece, fanno gli scongiuri: il debutto di Schlein da segretaria fu proprio al fianco di Sánchez: da quel giorno per i socialisti spagnoli sono arrivate solo sconfitte. Al coro di Schlein si unisce tutta la sua combriccola: Furfaro, Provenzano, Sarracino. Orgia di entusiasmo per una sconfitta. Dal fronte grillino, Conte, un po' in ombra sul caso Zaki, cerca di riprendersi la scena: «Soddisfazione per la tenuta delle forze progressiste che hanno fatto del salario minimo, della difesa dei diritti del lavoro, della lotta al precariato e della transizione ecologica gli assi portanti della propria agenda politica. Il dato più chiaro maturato dal voto del popolo spagnolo è però la sconfitta, netta ed inequivocabile, dell'estrema destra di Vox - sostenuta a più riprese anche dalla premier Giorgia Meloni. In questo senso, la disfatta di Santiago Abascal segna la sconfitta di un modello politico di stampo reazionario che offre risposte giudicate dagli elettori inadeguate alle urgenze manifestate dai cittadini spagnoli. Il bluff dell'estrema destra, che avanza a colpi di slogan, è ormai svelato. In vista delle elezioni del Parlamento europeo del giugno 2024, alle forze progressiste spetta il compito di garantire ai cittadini italiani, spagnoli ed europei un'alternativa di governo credibile e pragmatica», affonda l'avvocato.
Fratoianni, terzo tenore dell'alleanza, si lancia addirittura in un'analisi: «Milioni di spagnoli hanno votato per l'aumento del salario minimo, per i contratti di lavoro stabili, per la tassa sugli extraprofitti di banche e colossi energetici, per i diritti di libertà.
Quando la sinistra protegge i diritti per la destra diventa tutto più difficile. E questo è un messaggio che vale anche per l'Italia». E i milioni che hanno votato per Popolari e Vox? Smaltita l'euforia, per Conte e Schlein c'è da mettere insieme i cocci di un'alleanza divisa.
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