L'Italia continua ad ammalarsi di leggi fantasma che hanno bisogno di ulteriori tasselli prima di diventare effettivamente operativi. A far scattare l'allarme è stato uno studio della Fondazione Openpolis, che ha messo sotto la lente di ingrandimento l'attività legislativa del governo giallorosso dopo l'inizio dell'emergenza Coronavirus. Il decreto rappresenta lo strumento che è stato più usato: sono ben 13 i dl varati dall'attuale esecutivo, che necessitano di 165 decreti attuativi con 17 Ministeri diversi chiamati a emanarli. E qui arriva il dato preoccupante: sono necessari 165 atti attuativi, ma al momento ne sono stati adottati solamente 31 (ovvero il 18,8%).
Il decreto Liquidità ne richiede 12, ma nessuno ha visto la luce. La situazione va leggermente meglio per il Cura Italia (16 su 36), ma lo stesso non si può dire per il dl Rilancio (sono solo 9 le disposizioni applicative varate su 103). Il più grande sovraccarico riguarda il Ministero dell'Economia e delle Finanze, responsabile per 36 decreti attuativi. Ma anche il dicastero dell'Istruzione e quello dello Sviluppo economico sono coinvolti in un lavoro intenso: a entrambi è richiesta l'adozione di 13 decreti attuativi. Nella graduatoria figurano poi Lavoro (12), Cultura e Agricoltura (11), Trasporti e Interno (10), presidenza del Consiglio e Salute (8), Università e Ricerca (7), Ambiente (3), Esteri, Giustizia e Pubblica amministazione (2), Innovazione e Politiche giovanili (1).
Le norme appese al palo
L'impressione è che le promesse annunciate in pompa magna da Giuseppe Conte siano sospese nel vuoto. Su tutti sono 2 i casi emblematici di decreti attuativi mancanti: da una parte il bonus mobilità (si attende un decreto attuativo del ministero dell'Ambiente, intanto si è registrato un incremento dei consumi); dall'altra la maxi detrazione prevista dall'ecobonus ristrutturazioni-sisma (da adottare ancora 3 decreti attuativi, di cui 2 capo al Ministero dell'Economia e l'altro dello Sviluppo economico). In alto mare pure il decreto Scuola, convertito in legge il 6 giugno: su 11 norme attuative previste, ne sono state adottate solo 4.
Ma ulteriori esempi non mancano, a partire dal decreto che dovrebbe definire le modalità di credito d'imposta per gli adeguamenti degli ambienti di lavoro a causa del Coronavirus fino ad arrivare al fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi.
Come fa notare l'edizione odierna di Libero, il peggioramento delle condizioni è da ricondurre all'estrema frammentazione delle responsabilità: non solo gli atti attuativi scritti a più mani richiedono diversi mesi, ma c'è da considerare che qualcuno necessita di un ulteriore passaggio alla Commissione europea con tempi di attesa che possono arrivare anche a 90 giorni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.