La Corte Gb boccia il piano Ruanda. Ma l'Ue dà via libera al patto Roma-Tirana

Per la Commissaria agli Affari interni l'intesa tra i due Paesi è valida perché "non vìola il diritto comunitario ma ha origine nelle acque extraterritoriali". Schiaffo all'opposizione

La Corte Gb boccia il piano Ruanda. Ma l'Ue dà via libera al patto Roma-Tirana
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Una speranza da Londra, uno schiaffone da Bruxelles. Per la sinistra e l'opposizione di casa nostra son tempi grami. Dopo aver esultato per la sentenza della Corte Suprema inglese che blocca il trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda la nostra sinistra era pronta ad usarla come un grimaldello per affossare l'intesa sul trasferimento in Albania dei migranti raccolti dalla nostra Guardia Costiera. Ma gli è andata male. Anzi malissimo. Stavolta l'Unione Europea si è ben guardata dal soddisfare le aspettative della compagine «umanitaria» guidata dal Pd con l'appoggio di Cinque Stelle, sinistra estrema e «pasdaran» dell'accoglienza senza limiti. A certificare il via libera all'intesa concordata da Giorgia Meloni e dal premier albanese Edi Rama ci ha pensato la Commissaria agli affari interni europei Ylva Johansson: «La nostra valutazione preliminare è che l'intesa tra Italia e Albania non viola il diritto comunitario, ma è al di fuori di esso» - ha spiegato la commissaria Ue durante una conferenza stampa. Il via libera della Johansson si basa su una valutazione espressa dal servizio giuridico della Commissione Ue. Secondo la valutazione l'intesa tra Italia e Albania non è governata dalle leggi europee sull'asilo perchè si applica ai soccorsi effettuati da navi italiane in «alto mare», ovvero al di fuori delle acque territoriali nazionali ed europee. Proprio per questo l'accordo resta «fuori» dalle competenze di Bruxelles, anche se - chiariscono i portavoce Ue - permette alle nostre autorità consolari in Albania di «valutare il diritto all'asilo dei migranti». Un salvataggio in acque europee richiederebbe invece, l'applicazione del regolamento di Dublino. La valutazione di Bruxelles, pur non valutando il trasferimento dei migranti in Ruanda varata dal governo di Boris Johnson, sancisce la sostanziale differenza fra le due soluzioni. Secondo i cinque supremi giudici inglesi il trasferimento di richiedenti asilo già arrivati sul territorio inglese è illegale perchè li espone, una volta in Ruanda, al rischio di venir ingiustamente rimandati al paese d'origine. O di non venir trattati in maniera conforme alla legislazione del Regno Unito. Per i giuristi della Commissione Ue, invece, i richiedenti asilo dirottati in Albania non sono mai arrivati in Europa e non possono quindi invocare le salvaguardie Ue. Una bella differenza che diventa la «chiave» legale dell'«area grigia» escogitata da Giorgia Meloni. Un «area grigia» che l'Unione Europea si guarda bene dal compromettere o vanificare. Anche perchè sia la Germania, sia altri paesi europei, potrebbero essere ben felici di sfruttarne le prerogative. Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz, ad esempio, è stato il primo ad ammettere di voler «seguire con attenzione» l'evoluzione del patto con Tirana. E l'esecutivo del premier inglese Ricky Sunak è stato il primo a contattare Palazzo Chigi chiedendo informazioni dettagliate sull'intesa.

Le aperture di Bruxelles sono state accolte con entusiasmo dal capo-delegazione di Fdi al Parlamento europeo, Carlo Fidanza che ha evidenziato la «pessima figura della nostra sinistra immigrazionista» sempre «pronta ad attaccare il governo italiano». Secondo Fidanza l'esecutivo ha finalmente varato un «modello da imitare» che consentirà «all'Ue di difendere i confini e bloccare il traffico di esseri umani».

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