Così l'occhio di Orwell è in agguato

In questa storia del super spid europeo, c'è un "ma" grosso come una casa

Così l'occhio di Orwell è in agguato

Mettiamo subito le cose in chiaro: la semplificazione è sempre cosa buona e giusta. Le nostre vite sono già abbastanza complicate per perdere tempo anche nella giungla burocratica. Quindi ben venga la rivoluzione tecnologica della cosa pubblica. Ma, in questa storia del super spid europeo, c'è un «ma» grosso come una casa. Lo chiamiamo spid perché questo è il nome dell'equivalente italiano, cioè dello strumento che utilizza il cittadino sul web per dialogare (qualche volta anche litigare) con la Pubblica amministrazione. Il super spid sarebbe un Id unico continentale, un codice che identifica le nostre vite - virtuali e digitali - in tutto il tutta l'Ue. Bene, anzi benissimo, dicevamo. Ma, come spiega Sara Mauri sul Giornale di oggi, non abbiamo certezza alcuna sul funzionamento di questo mega software targato Ue. Non sappiamo chi maneggerà i nostri dati, come potranno essere utilizzati e che ruolo avranno i padroni dei grandi social network in questa partita sterminata di identità e numeri. Dietro ai quali ci sono esseri umani. L'idea di oliare il sistema arrugginito della macchina burocratica è buona, ma il rischio di scivolare in un controllo orwelliano di tutte le nostre esistenze è molto alto: con questo codice saremo continuamente tracciati, seguiti pedissequamente - in tutti i nostri spostamenti digitali e burocratici - dall'occhiuta sorveglianza delle istituzioni.

Lo spid europeo - per come ce lo raccontano - sembra un codice a barre stampigliato sulla fronte dei cittadini del vecchio continente, pronti per essere letti da una pistola laser, come un sacchetto di zucchine sul rullo del supermercato. Speriamo che non sia così.

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