Così il Palio di Siena si disintossica dai social

«Orsù figlioli dolcissimi, correte questo palio e fate che solo sia uno quello che l'abbia», è la citazione che i senesi amano ricordare attribuendola alla loro santa patrona, Santa Caterina. Perchè il Palio è sacro. Va rispettato. E bisogna stare attenti a non sporcarne i riti, commettendo peccato di blasfemia. Per questo, come ha raccontato il Corriere Fiorentino, i priori delle diciassette piccole repubbliche cittadine hanno inviato una sorta di codice di comportamento per i contradaioli invitandoli a prendersi una pausa social durante la corsa del 2 luglio in onore della Madonna di Provenzano: non condividere sulla piazza virtuale di Facebook ma in quella reale dei nove spicchi di piazza del Campo. Il Priore della Torre si è raccomandato per mail, altri dirigenti hanno rivolto un appello nelle assemblee del popolo e sono state emanate disposizioni precise anche attraverso i gruppi che organizzano i più giovani.

Ma il messaggio è chiaro: la simbiosi con la contrada e anche la rivalità profonda con quelle nemiche, i simboli, le tradizioni, non possono perdere l'anima in un post su Facebook, cinguettando su Twitter o essere raccontati con una storia su Instagram. Il Palio è un mistero che appartiene solo ai senesi. Non può essere condiviso alla leggera solo per qualche like in più.

Camilla Conti

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