A Tomas Sandell non è piaciuto il «metodo» che Report ha utilizzato per intervistarlo. E anche il servizio andato in onda due sere fa lo ha lasciato quantomeno perplesso. Anche perché - lascia intendere il fondatore dell'European coalition for Israel - l'argomento prospettato dall'intervistatore era un altro. Nello specifico, non si è parlato della diffusione dell'antisemitismo in Europa - come Sandell si attendeva - - bensì del presunto sostegno dei partiti dell'ultra-destra a Israele. Il direttore dell'organizzazione pro Israele, sentito dal Giornale, racconta quanto accaduto nei dettagli, e critica Report. «Sono stato contattato da Giorgio Mottola a fine giugno». E ancora: «Voleva che parlassi della diffusione dell'antisemitismo in Europa, soprattutto dopo il 7 ottobre». «Il 7 luglio abbiamo parlato per più di un'ora di antisemitismo - prosegue il fondatore dell'European coalition for Israel - perché io - da non ebreo - ho deciso di farmi coinvolgere». Una chiacchierata - quella tra Sandell e Report - che è quindi durata parecchio. Ma ad andare in onda sarebbero stati soltanto alcuni spezzoni, il che può essere consueto nelle interviste televisive. Sandell, piuttosto, contesta il fatto che Report abbia utilizzato alcune sue frasi in maniera strumentale, oltre che fuori contesto. «Hanno inserito il mio contributo dopo aver mostrato alcuni nazisti con il braccio destro alzato». Al termine di quella sequenza d'immagini, si sente Sandell affermare: «So che è un paradosso ma dobbiamo accettarlo per la sopravvivenza d'Israele», ricorda lo stesso presidente della organizzazione pro Israele. Non sono certo quelle immagini o quel tipo d'ideologia ad essere «paradossali» ma «accettabili» per Sandell. «Incredibile», commenta oggi il direttore dell'ECFI. Lo stesso che racconta la sua versione dei fatti: «Mottola mi ha chiesto come fosse possibile che anche i partiti di estrema destra, perfino Fidesz in Ungheria, possano essere così filo-israeliani e allo stesso tempo così filo-russi». «Ho risposto - insiste - che questo può essere visto come un paradosso e che personalmente sono molto preoccupato per la posizione di Orbán nei confronti della Russia, ma apprezzo il suo sostegno a Israele». Poi l'accusa: «Siccome anche io sono stato un giornalista, so che non avrei potuto farla franca in Finlandia. Al contrario, un programma così sarebbe stato denunciato al garante televisivo per giornalismo ingannevole e manipolazione mediatica».
Cristina Franco, esponente del direttivo della Federazione delle associazioni Italia-Israele, ha un giudizio netto di quanto messo in campo da Report con il servizio intitolato «Il laboratorio»: «Sono stati utilizzati brani di interviste più ampie richieste a rappresentanti di organizzazioni pro Israele su temi come l'antisemitismo in Europa, decontestualizzandole, manipolandole, un taglia e cuci destinato a suggerire al pubblico, ed anzi a validare il fatto che chi è vicino a Israele oggi è necessariamente un estremista di destra». «Gravissimo - insite Franco - .
Spezzoni di manifestazioni dell'ultradestra condite con dichiarazioni decontestualizzate cui è stato quindi dato un senso e un significato inaccettabile».Sandell ha ricordato al Giornale di come lavori con le istituzioni europee da 20 anni e di come l'ECFI abbia organizzato la prima Giornata della memoria dell'Olocausto al Parlamento europeo.
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