Aumentano malcontento e confusione. Per gli operatori del settore una vicenda trattata in modo vergognoso. L'avvocato Stefania Frandi, vicepresidente del Sib-Confcommercio (il sindacato dei Balneari), ha solo una speranza: «Che queste norme possano essere corrette in Parlamento».
Avvocato Frandi, che idea vi siete fatti?
«Di un testo non concordato con noi, molto confuso e pasticciato. Lo stiamo valutando».
Qualcosa di positivo ce l'avrà.
«Che è un emendamento al ddl Concorrenza per cui non entra in vigore subito ma passerà al vaglio del Parlamento. Ci auguriamo così che alcuni errori vengano corretti, Non viene dato rilievo al nostro territorio e alle nostre imprese alcune delle quali hanno valenza storica. Non si è tenuto conto del legittimo affidamento di imprenditori che hanno iniziato la loro impresa con un regime normativo che adesso viene stravolto».
Perché Draghi non ha mantenuto la legge attualmente in vigore?
«Credo per la pressione mediatica che ha ricevuto. Nessuno mette in dubbio che c'è un problema e una disciplina da regolare. E per questo avevamo chiesto un approfondimento senza essere ascoltati. Fare le cose così frettolosamente porta a norme non condivise che possono creare solo danni».
In pratica ha confermato la sentenza del Consiglio di Stato.
«Una sentenza che non è definitiva in quanto abbiamo proposto ricorso alla Corte costituzionale. Era compito del governo trovare spazi di dialogo non adagiarsi a quanto deciso dai giudici».
E le mappature?
«Ecco appunto. Il nuovo testo sorvola su questo. Si pretende di disciplinare un settore senza mappare nulla. In tante regioni il demanio è ancora un'incognita, non sappiamo quanto tratto di spiaggia è concessionato. La richiesta del sindacato era proprio questa: non si può intervenire con l'accetta su qualcosa di cui non hanno dati certi».
Cosa risponde a chi vi dice che pagate canoni ridicoli?
«Solo slogan. Se davvero il problema fossero i canoni bassi (che poi bassi non sono) allora sarebbe bastato alzarli senza porre in crisi un sistema».
Ora cosa succede?
«Che gli investimenti da domani
si fermano. Possiamo solo immaginare cosa accadrà la prossima estate. Di sicuro a farne le spese saranno tanti lavoratori stagionali. Così va in crisi un'intera fetta dell'economia che vede un'ipoteca sul proprio futuro».
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